Il Movimento non vuole il Papeete bis ma aiuti concreti alle famiglie. E senza passi in avanti da parte di Draghi, sarà rottura già con il voto in Senato al dl Aiuti

Il Movimento non vuole il Papeete bis ma aiuti concreti alle famiglie. E senza passi in avanti da parte di Draghi, sarà rottura

Il Movimento non vuole il Papeete bis ma aiuti concreti alle famiglie. E senza passi in avanti da parte di Draghi, sarà rottura già con il voto in Senato al dl Aiuti

Il Movimento non vuole il Papeete bis ma aiuti concreti alle famiglie. E senza passi in avanti da parte di Draghi, sarà rottura. Si può riassumere così la linea dei 5 Stelle per convincerli ad evitare l’uscita dalla maggioranza in occasione del voto al Senato sul dl Aiuti.

“Se il decreto Aiuti non migliorerà, il M5S potrebbe uscire dall’Aula del Senato. La linea è chiara: non vogliamo un Papeete bis, ma il salario minimo”. A spiegare la linea pentastellata è il sottosegretario Carlo Sibilia, intervistato da SkyTG24. “Noi abbiamo portato nove proposte al Premier, a partire dal problema dei crediti fiscali del superbonus fino agli stipendi dei lavoratori. Non abbiamo concetti precostituiti contro il Governo ma chiediamo determinati aiuti a famiglie e imprese”.

Il Movimento non vuole il Papeete bis, le parole di Patuanelli

Insomma “l’obiettivo è creare un tampone sociale che accompagni la transizione ecologica. Il ministro del Lavoro Orlando ha affermato in queste ore che la norma sul salario minimo è pronta. È una buona notizia. Attendiamo feedback dalle altre forze politiche”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il ministro Stefano Patuanelli che a la Repubblica ha detto: “Ma no, a parte che il Papeete di Salvini è stata una crisi immotivata. Noi abbiamo posto dei temi centrali per il Paese a cui Draghi deve rispondere. Francamente non credo che questo si possa definire un Papeete”. Il ministro ha poi chiosato: “Io sono ottimista. Mi auguro che le risposte arrivino. Ma per il bene dell’Italia, non perché bisogna accontentare i 5 Stelle”.

Salvini spera nell’uscita dei 5S dal governo e già spara sul Reddito

Chi di certo non vede l’ora che il Movimento esca dall’esecutivo così da avere le mani libere per picconare le riforme pentastellate è Matteo Salvini. Il leader della Lega ha spiegato che “il governo Draghi rischia se non fa le cose. Non mi interessano le dinamiche degli altri partiti di maggioranza. Il governo va avanti se riesce a soddisfare le aspettative per cui è nato, e certamente non è nato per la droga libera o per dare la cittadinanza facile agli immigrati”.

Secondo quanto riferito dal Capitano al Quotidiano Nazionale, è più importante discutere “su come togliere il Reddito di cittadinanza a chi rifiuta anche un solo lavoro, invece di accanirsi con taxisti, ambulanti e partite Iva”.