Il nemico alle elezioni è l’astensionismo ma solo il Movimento ha una ricetta per batterlo

Il nemico alle elezioni è l'astensionismo ma solo il Movimento ha una ricetta per batterlo. L'idea è quella di aprire al voto smart

Il nemico alle elezioni è l’astensionismo ma solo il Movimento ha una ricetta per batterlo

Il nemico alle elezioni è l’astensionismo ma solo il Movimento ha una ricetta per batterlo. Già perché a dispetto dei risultati disastrosi – con il referendum che si è fermato a circa il 20% – il Centrodestra che sui cinque quesiti sulla Giustizia si è speso molto subendo una debacle, preferisce accampare scuse.

Ben diversa la posizione dei 5 Stelle che hanno le idee chiare per superare un fenomeno preoccupante e che continua a peggiorare. “Dopo questa tornata elettorale il ministro Lamorgese non può limitarsi ad attaccare – seppur con tutte le ragioni – le defezioni dei presidenti di seggio a Palermo”. Lo afferma Giuseppe Brescia, presidente M5S della commissione Affari Costituzionali della Camera.

Il nemico alle elezioni è l’astensionismo, ora serve una rivoluzione delle modalità con cui si vota

Secondo lui “in vista delle elezioni politiche serve una riflessione seria su come si vota in Italia anche per combattere l’astensionismo involontario. In una società mobile inchiodare il voto degli elettori al luogo di residenza è una follia. Abolire la tessera elettorale cartacea grazie alla tecnologia è un obbligo. Testare su base volontaria soluzioni alternative di voto – dal voto in anticipo alle poste al voto elettronico – non è un’eresia. Il Viminale esca dal fortino in cui si è chiuso e dia un contributo positivo ai lavori della commissione sia sul decreto elezioni sia sulle proposte di legge per il voto ai fuorisede. È in gioco la democrazia”.

“Ci sono elettori che non vogliono votare, ce ne sono molti altri che semplicemente non possono. Il rapporto della commissione voluta dal ministro D’Incà ha messo a nudo le nostre debolezze. Siamo l’unico Paese a non prevedere modalità alternative di voto. Mentre la società cambia, l’immobilismo delle istituzioni diventa arretratezza e mette a rischio diritti costituzionalmente garantiti. Il Viminale è in ritardo sulla digitalizzazione delle liste elettorali e rinvia la sperimentazione del voto elettronico mentre 250mila francesi all’estero votano online per il primo turno delle legislative facendo balzare in alto l’affluenza”, aggiunge Brescia.