Il Paese fatto a pezzi. De Luca può rilanciare la sua leadership

Vincenzo De Luca va alla guerra contro il governo chiamando a raccolta amministratori, sindacati, partiti e società civile.

Il Paese fatto a pezzi. De Luca può rilanciare la sua leadership

Il countdown dice meno tre. Il governatore Vincenzo De Luca va alla guerra contro il governo fino a Roma, chiamando a raccolta amministratori, sindacati, partiti e società civile. Dopo il botta e risposta con Giorgia Meloni e le frasi che hanno scatenato le reazioni del centrodestra la scorsa settimana, ieri ha rilanciato l’appuntamento: “venerdì mattina noi siamo a Roma, vi invito tutti quanti a essere presenti in una iniziativa di lotta. Non andremo a passeggio, nella Capitale, ma andremo a manifestare per sbloccare una vicenda che ha assunto caratteri scandalosi nel nostro Paese”.

Vincenzo De Luca va alla guerra contro il governo chiamando a raccolta amministratori, sindacati, partiti e società civile

Queste sono state le parole pronunciate dal Nauticsud, nella Mostra d’Oltremare di Napoli, intervenendo in occasione degli Stati generali della nautica da diporto. Nella stessa giornata di ieri Carlo Calenda, leader di Azione che lo appoggia in maggioranza ha parlato di una manifestazione che deve mettere al centro il “bluff” che costituisce questa riforma dell’autonomia differenziata. Ma lo “sceriffo di Salerno” non arretra: “il giorno 16 – ha detto il governatore – vi invito a fare una visita a Papa Francesco dopo però aver fatto la manifestazione di protesta per sbloccare i fondi sviluppo e coesione che sono decisivi per le nostre aziende, per le nostre famiglie, per i nostri figli”.

In realtà De Luca sa che si sta giocando una partita che guarda alle prossime regionali alzando la bandiera della leadership meridionalista e degli interessi del Sud. Infatti è pronto, in caso della legge per il terzo mandato, di andare per la sua strada come fece per farsi rieleggere sindaco a Salerno con liste civiche e l’appoggio di pezzi del centrodestra. E sa che dalle parti dem l’unico nome che circola è quello, debolissimo, dell’attuale sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. Rivendica con la sua dialettica aspra di aver ottenuto già un risultato: “dopo qualche scambio un po’ vivace che abbiamo avuto, finalmente pare che se siano svegliati.

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Fino a ieri di questo problema non parlava nessuno. Rinnovo anche in quest’occasione la mia sfida a un dibattito pubblico con quelli che parlano di fondi europei non spesi, dalla presidente del Consiglio a qualche ministro e pippe varie, per fare un’operazione verità”. La chiamata alle armi riguarda l’Anci e i sindacati che ha incontrato a Santa Lucia per la vertenza Stellantis: “abbiamo promosso questa iniziativa che riguarda un po’ tutta l’area meridionale per sbloccare i fondi sviluppo e coesione e i fondi del programma complementare. Parliamo, per quello che riguarda la Regione Campania, di cifre che non sono banali, 6 miliardi di euro di fondi sviluppo e coesione a cui si aggiungono 1 miliardo e 300 milioni di euro della programmazione complementare. Sono i due capitoli finanziari che possono avere maggiori ricadute positive sull’economia del nostro territorio, sulle infrastrutture e sulla tenuta dei Comuni. È vergognoso che il governo nazionale continui a giocare con la tenuta democratica di 200 comuni della Regione Campania e con situazioni analoga nel resto del Mezzogiorno”.

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Il De Luca che va alla piazza alzando i toni che gli fecero guadagnare consenso durante la pandemia parla con la leadership salda nelle sue mani: “L’intervento sulla Zes unica meridionale è un’operazione di volgare clientela politica. Questi sono dei peracottari, dicono che partono fra due mesi, ma nel frattempo non è una inefficienza indolore. Perché, intanto, il credito d’imposta è bloccato. Le procedure in atto sono bloccate” Lo sceriffo arringa e guida la protesta del Mezzogiorno con un occhio alle elezioni 2025.