Il Papa in Kenya rilancia la battaglia contro la povertà. E sul diritto alla salute non ha dubbi: “Occorre garantire le cure a tutti”

Terzo e ultimo giorno per Papa Francesco in Kenya. Ma prima di spostarsi in Uganda il Papa ha attaccato contro il male mondiale della corruzione e incontrando i giovani fedeli kenyoti li ha invitati a non cedere allo “zucchero” della corruzione.  Un male  che c’è anche in Vaticano.

LA VISITA DI IERI
Un monito ai leader delle altre religioni incontrati a Nairobi. Ma diretto soprattutto al mondo del terrore estremista: “Il nome di Dio non può giustificare l’odio e la violenza”, ha sottolineato Papa Francesco in Kenya ricordando i barbari attacchi al Garissa University College, dove persero la vita 148 persone, “I giovani vengono resi estremisti in nome della religione”.

VERSO PARIGI
Sale la temperatura, intanto, in vista dell’inizio di Cop21, la conferenza sul clima che comincerà domenica. E arriva anche il monito di Papa Francesco ai grandi della Terra: “Un accordo globale e trasformatore sui tre obiettivi interdipendenti di riduzione dell’impatto dei cambiamenti climatici, lotta contro la povertà e rispetto della dignità umana, deve essere il risultato della conferenza sul clima di Parigi”, ha sottolineato Bergoglio nel corso della seconda giornata di visita in Africa, intervenendo al quartier generale dell’Onu a Nairobi, l’Unon, “E sarebbe catastrofico se alla Cop21 prevalessero gli interessi privati sul bene comune, fino alla manipolazione delle informazioni per proteggere i propri progetti”. L’attenzione della Chiesa per l’ambiente passa anche dalla decisione di inviare il segretario di Stato Pietro Parolin con la delegazione della Santa Sede a Parigi alla Conferenza, piuttosto che fargli proseguire il viaggio africano al fianco del Papa.  Il Santo Padre ha detto di aspettarsi “Un cambiamento di rotta sul clima, perché l’ambiente è il modello di sviluppo del mondo”. Credo che la generazione degli inizi del XXI secolo potrebbe vincere questa scommessa, anziché essere ricordata, come quella post-industriale, solo per i propri disastri”. Parlando a Nairobi il Papa ha bocciato con fermezza la deforestazione, lo sfruttamento inconsulto delle risorse naturali, ha contrapposto la “bellezza dell’Africa”, a quei fenomeni di “criminalità, corruzione, terrorismo che distruggono l’ambiente umano, le risorse naturali, la fauna”.

COMMERCIO PER TUTTI
Ma il punto centrale del Pontificato di Francesco resta la lotta alla povertà. E Bergoglio non si è lasciato sfuggire l’occasione sull’argomento rilanciando su quella che per Paolo VI è rimasta solo un’utopia: l’attenzione alle esingenze dei poveri da parte del commercio internazionale. Un tema non toccato a caso ieri a Nairobi, dove tra pochi giorni si aprirà la decima conferenza ministeriale dell’Organizzazione mondiale del commercio (WTO).
Bergoglio ha, poi, citato la propria enciclica “Laudato sii” e ha sollevato il problema del diritto alla salute da garantire anche ai più poveri. “Gli accordi commerciali”, ha detto Francesco, “garantiscano un minimo di cura e accesso alle cure essenziali per tutti”. Oggi il Papa visiterà lo slum Kangemi di Nairobi e incontrerà i giovani nello stadio Kasarani. Poi partirà alla volta dell’Uganda dove si tratterrà due giorni. Prima della tappa più difficile nella Repubblica Centraficana.