Il partito-atomo di Varoufakis. L’ultimo flop a sinistra è Diem25. Il movimento nato per le europee conta 7mila iscritti. Ma al voto sullo statuto hanno partecipato in 240

Stenta a decollare il progetto politico di Yanis Varoufakis

L’aveva lanciato come una vera e propria rivoluzione sul palcoscenico politico. Parliamo d’altronde della prima lista transnazionale. Questa perlomeno era l’idea di Yanis Varoufakis, ex ministro dell’Economia che aveva sfidato da sinistra l’euroburocrazia nel governo ellenico di Alexis Tsipras prima di entrare in contrasto con il premier stesso e rassegnare le dimissioni. E proprio dopo quelle dimissioni intorno a Varoufakis si è creata una forte curiosità, anche in Italia. E, alla fine, vista la grande stima mostrata da una certa sinistra sempre pronta a “scoprire” nuovi leader a ogni angolo, Varoufakis si è lanciato nella sfida di costruire un movimento paneuropeo di sinistra noto, in Italia e nel resto dell’Unione, come Diem25.

Un movimento, recita lo stesso manifesto della lista politica, che punta ad una riforma delle istituzioni dell’Unione europea per creare una “democrazia piena e compiuta, dotata di un Parlamento sovrano che rispetti l’auto-determinazione nazionale e condivida il potere decisionale con i parlamenti nazionali, i consigli regionali, i consigli comunali”. Non è un caso che già dopo un anno dalla sua fondazione – e dunque nel 2017 – Diem25 dichiarava di contare oltre 60mila iscritti provenienti da tutta l’Europa. Con un ruolo centrale giocata dall’Italia. Il braccio destro di Varoufakis, d’altronde, è Lorenzo Marsili. Senza dimenticare, ancora, che l’evento clou per la nascita del movimento si è tenuto proprio a Roma il 23 marzo 2016, con un parterre d’eccezione: da Julian Assange fino a Jorge Moruno, fedelissimo di Pablo Iglesias.

A questo punto la domanda è d’obbligo: a distanza di più di due anni da allora e con le elezioni europee alle porte, quanto conta in Italia il movimento del duo Varoufakis-Marsili? Un’idea concreta la possiamo avere partendo da alcuni dati che La Notizia, tramite una fonte interna a Diem25, è riuscita ad avere. A fine settembre Diem25 contava 7.636 iscritti. Un po’ pochini per rappresentare un movimento politico presente in tutta Europa, che conta più di 50 milioni di aventi diritto. Ma questa non è l’unica distanza siderale. Dal 25 al 30 settembre, infatti, è stata votata la versione finale dello statuto dall’ala elettorale italiana di Diem25 (che si chiamerà “European Spring” e che effettivamente si candiderà alle elezioni europee). Di fatto, si trattava di sedersi davanti al computer, accedere con i propri dati personali ed esprimere una preferenza. Nulla di più facile.

Domanda: quanti hanno partecipato? Secondo i dati in possesso de La Notizia, il 3,14% degli aventi diritto. In numeri: 240 persone. Esattamente il numero degli abitanti di Vacone, minuscolo comune in provincia di Rieti. Diem25, nel frattempo, è andata avanti, cercando di raccogliere simpatizzanti e iscritti e, in parte, ci è anche riuscita. Dopo un mese, infatti, gli iscritti al movimento transnazionale e paneuropeo di Yanis Varoufakis e Lorenzo Marsili sono stati richiamati al voto. Questa volta gli aventi diritto erano leggermente di più: 7.921. La questione su cui decidere era dirimente: quale strategia elettorale perseguire in Italia in vista delle europee? Tre opzioni sul banco: candidarsi con una propria lista; candidarsi ma non necessariamente con una propria lista; non candidarsi affatto. Alla fine a vincere (con il 69,95% dei voti: un plebiscito) è stata la prima opzione. Ma quanti hanno votato? Il 16,95%. In pratica 1.295 persone. Più che per le europee, la lista è pronta per le elezioni condominiali.