Il Pd fa retromarcia sulla proposta indecente di aumentare gli stipendi ai parlamentari. Maiorino (M5S): “Era troppo pure per loro. Sarebbero andati più soldi agli eletti”

Intervista alla senatrice del Movimento 5 Stelle Alessandra Maiorino

“La proposta era talmente inopportuna da mettere in imbarazzo lo stesso Partito democratico”, per la senatrice del Movimento 5 Stelle Alessandra Maiorino, è questo il motivo che ha spinto il Tesoriere del Pd, Luigi Zanda, a rinunciare alla legge sugli stipendi dei parlamentari.

Zanda ha annunciato il ritiro della sua proposta di legge per equiparare il trattamento economico di deputati e senatori a quello degli euro parlamentari, secondo lei per quale motivo?
“Beh, il motivo è evidente. La proposta era talmente inopportuna da mettere in imbarazzo lo stesso Partito Democratico, che infatti, dopo l’intervento del Movimento 5 Stelle, ne ha dovuto prendere le distanze. L’equiparazione al trattamento economico degli europarlamentari comporterebbe infatti un maggiore dispendio delle risorse pubbliche per il mantenimento degli eletti. Una cosa fuori dal mondo”.

Benché Zanda abbia deciso di ritirare la sua proposta di legge sugli stipendi dei parlamentari, ha fatto sapere che chiederà i danni a Luigi Di Maio il quale ha pesantemente criticato la norma scritta dal tesoriere del Pd, non lo trova un controsenso?
“Sì, è un controsenso, e bisogna infatti vedere se il senatore Zanda passerà dalle minacce ai fatti. Di Maio si è limitato a denunciare l’insensatezza e l’inopportunità di una proposta che prevede di innalzare il monte di denaro nella disponibilità dei parlamentari, che è esattamente l’opposto di ciò che intendiamo fare noi: ridurre i nostri stipendi. Inoltre, al di là degli annunci di facciata, il disegno di legge di Zanda non faceva l’unica cosa sensata che invece è doveroso fare: riformare la figura del collaboratore parlamentare e rivederne il metodo di assunzione, che va adeguato, questo sì, a quello del parlamento europeo. Ossia è necessario che i collaboratori siano assunti direttamente dall’istituzione, eliminando così pericolose opacità, disparità di trattamento e ingiustificabili arbitrii”.

Dopo questa iniziativa del tesoriere del Pd, crede che ci possano essere margini per un accordo col partito guidato da Zingaretti per tagliare gli stipendi dei parlamentari italiani?
“È il Pd che deve decidere se stare finalmente dalla parte dell’equità e dei cittadini, o da quella dei privilegiati trincerati nelle loro torri d’avorio”.

Quanto risparmierebbe lo Stato se fosse approvata la vostra proposta di riduzione degli stipendi di deputati e senatori?
“Le cifre precise le avremo quando discuteremo un testo in dettaglio, sicuramente parliamo di milioni di euro che tornerebbero nella disponibilità dei cittadini e delle loro esigenze primarie”.

Il Movimento 5 Stelle punterà a tagliare anche gli stipendi degli europarlamentari?
“Nel programma del Movimento 5 Stelle per le elezioni europee c’è una proposta precisa: taglio degli stipendi e dei privilegi di commissari e parlamentari europei. Noi siamo da sempre per la lotta agli sprechi di ogni tipo, in primis quelli della politica. La battaglia in Europa è anche quella di cancellare l’assurda duplicazione della sede del Parlamento europeo, che comporta un ingiustificato esborso di denaro pubblico. Eliminando la sede di Strasburgo si risparmierebbe molto e si renderebbe più efficiente anche il lavoro dei parlamentari europei, non più costretti a spostamenti”.