Il Pd strizza l’occhio a Sel per le Europee

di Alessandro Ciancio

Prove tecniche di federazione a sinistra (Pd-Sel-Psi) in vista della riforma elettorale e del voto europeo (con l’ombra dell’Election Day). E dire che la vittoria di Matteo Renzi alle primarie aveva illuso molti che non si sarebbe più riparlato di alleanze con Nichi Vendola e compagni. Nella vasta e eterogenea area della sinistra è invece ripartito il tam tam sull’ipotesi di dar vita ad una «federazione» (Gianni Cuperlo) o a una «casa comune dei progressisti» (Vannino Chiti). Il senatore Pd si è subito entusiasmato all’idea di lavorare al progetto, invitando tutta la sinistra a cogliere al volo l’opportunità del voto europeo e spronando il Pd a realizzare «la casa di tutti i riformisti di sinistra e progressisti italiani, a partire da Sel e dai socialisti». Quella di una Federazione con Sel alle Europee è un’ipotesi convincente anche per Gianni Cuperlo, per il quale bisogna «riaprire il cantiere, mirare ad allargare la sinistra e imboccare quindi il sentiero giusto». Appelli incrociati cui si è subito agganciato il Psi: il capogruppo alla Camera Marco Di Lello li ha definiti «senz’altro incoraggianti per chi (come noi), da anni lavora ad un progetto comune che riunisca in Italia quanti si riconoscono nel Partito del Socialismo Europeo». E nonostante Vendola abbia raffreddato gli entusiasmi («Spiace per Repubblica, ma linea politica di Sinistra ecologia libertà la decide Sel. Entrare nel Pd? No, grazie»), c’è chi nel suo partito invia segnali di dialogo come il capogruppo alla Camera Gennaro Migliore che ipotizza una sorta di fase costituente per unire anche in Italia le forze che si ritrovano insieme in Europa. Peraltro proprio ieri ha scritto a Renzi dando la disponibilità di Sel ad un confronto sul Job Act per far uscire il nostro paese dalla crisi economica.
Tra coloro che nel Pd guardano «con attenzione» anche all’evoluzione dei rapporti coi vendoliani c’è senz’altro Stefano Fassina, che ieri ha aperto un nuovo fronte polemico con Renzi. «Non abbiamo bisogno di un dittatore, ma dobbiamo essere un soggetto politico» ha detto. L’ex viceministro all’economia vede «rischi di indifferenza o atteggiamenti liquidatori davanti a posizioni interne che vanno in senso diverso da quelle espresse dal segretario». Chissà se la federazione con Sel si farà mai, di sicuro nel Pd si sta al contrario organizzando una robusta fronda interna aò segretario appena eletto.