Il pericoloso

Di Gaetano Pedullà

Quando niente e quando troppo. Funziona così in Italia, soprattutto se si entra nella spirale di qualche scandalo. L’ultimo caso è l’Expo, dove questo giornale – e non da solo – segnalò più di un anno fa i rischi connessi ad alcuni appalti, alla società Maltauro, ai poteri straordinari concentrati su chi dirigeva gli appalti. Facemmo riferimento agli scandali del G8, dei mondiali di nuoto di Roma, della ricostruzione all’Aquila, spiegando che dare poteri straordinari ai commissari espone a rischi necessari nell’emergenza di un fatto improvviso o di una calamità.

Che l’Expo arrivava nel 2015 non era invece un fatto imprevedibile, e dunque i ritardi avevano fatto esattamente il gioco di chi voleva accentrare la gestione della macchina organizzativa. Gli articoli che spiegavano quasi profeticamente quanto stava per accadere finirono ignorati, addirittura smentiti. Noi ci beccamo la minaccia di una querela (mai arrivata, per fortuna di Expo, se no dopo gli arresti delle settimane scorse ci sarebbe stato da ridere). Accesi i fari della magistratura, con le mazzette confermate da alcuni indagati tra manager e imprenditori, ora invece tutto sa di colluso.

Il governatore della Lombardia Roberto Maroni finisce così nel registro degli indagati per l’assunzione di due sue collaboratrici. La magistratura avrà certamente i suoi elementi per affermare le accuse, però coinvolgere un governatore perché due ex assistenti di staff hanno ottenuto delle consulenza in una società della Regione e in un’altra esterna sembra quel voler gridare Al lupo! Al lupo! che oggi allarma inutilmente ma domani rischia di far sottovalutare ben altre rapine. Quelle vere.