Il piano anti-virus di Speranza. Operatori sanitari, personale delle Rsa e anziani le categorie che avranno priorità nella vaccinazione. Oltre 202 milioni di dosi opzionate

Il vaccino contro il Covid-19 è in arrivo. Sarà in Italia solo con l’anno nuovo ma in tanti già scalpitano. Proprio per evitare la corsa all’immunoprofilassi ed il panico all’esaurimento delle prime scorte il governo ha preparato e presentato al Parlamento il piano che si seguirà per vaccinare la popolazione. C’è da specificare che la somministrazione non sarà obbligatoria. “Attualmente l’Italia si trova nella fase di trasmissione sostenuta in comunità” ha riferito il ministro alla Salute, Roberto Speranza, e “in tale situazione epidemiologica, la strategia di sanità pubblica dovrà focalizzarsi inizialmente sulla diluizione diretta della morbilità e della mortalità nonché sul mantenimento dei servizi essenziali più critici”.

Per questo il piano prevede come “prima categoria da salvaguardare gli operatori sanitari e socio-sanitari”. Lavorando e operando in prima linea, infatti, hanno un rischio più elevato di essere esposti all’infezione da coronavirus e di trasmetterla a pazienti suscettibili e vulnerabili in contesti sanitari e sociali. “Difendere questi professionisti – afferma Speranza – aiuterà a mantenere la resilienza del Servizio sanitario nazionale”. Seguiranno i residenti e personale dei presidi residenziali per anziani.

“Un’elevata percentuale di residenze sanitarie assistenziali è stata gravemente colpita dal virus; i residenti di tali strutture sono ad alto rischio di malattia grave a causa dell’età avanzata, la presenza di molteplici malattie e la necessità di assistenza per alimentarsi e per altre attività quotidiane. Pertanto, sia la popolazione istituzionalizzata sia il personale dei presidi residenziali per anziani devono essere considerati ad elevata priorità per la vaccinazione”.

La terza categoria – secondo il piano presentato alla due Camere – sono le persone in età avanzata. “Un programma vaccinale basato sull’età è generalmente più facile da attuare e consente di ottenere una maggiore copertura vaccinale”. Soltanto dopo aver assicurato la priorità alle categorie di cui sopra “si inizierà a sottoporre a vaccinazione la popolazione appartenente ai servizi essenziali, tra cui gli insegnanti e il personale scolastico, le Forze dell’ordine, il personale delle carceri e dei luoghi di comunità”. Ma veniamo ai numeri. L’Italia ha opzionato 202.573.000 dosi di vaccino, che rappresenterebbero una “dotazione ampia per poter potenzialmente vaccinare tutta la popolazione e conservare delle scorte di sicurezza – ha rassicurato Speranza -. Abbiamo sottoscritto, infatti, per la parte che riguarda l’Italia, pari al 13,46 per cento, tutti i contratti che l’Ue ha formalizzato”.

Il ministro ha anche sottolineato che sarà un vaccino sicuro. “La corsa contro il tempo che la comunità scientifica sta compiendo cammina di pari passo con la massima sicurezza ed il pieno rispetto di tutti i protocolli di garanzia e di controllo”. L’acquisto del vaccino, inoltre, è centralizzato e sarà somministrato gratuitamente a tutti gli italiani, inoltre, per la campagna il governo sta pensando a coinvolgere “anche medici di famiglia e specializzandi”.

La tabella di marcia prevede una prima partita di dosi all’inizio del 2021, perché quello della Pfizer arriverà “tra il 23 e il 26 gennaio”, mentre “il cuore della campagna vaccinale secondo le previsioni sarà tra la prossima primavera e l’estate“. C’è da dire anche che probabilmente saranno necessarie due dosi per ogni vaccinazione e che l’aiuto dell’esercito verranno predisposti dei grandi spazi pubblici, palestre, aree all’aperto e fiere. L’obiettivo è chiaro: raggiungere l’immunità di gregge.