“Il premierato è anti-democratico, il governo ne prenda atto”. Parla Angelo Bonelli, portavoce di Europa Verde

"Voto congiunto e cambio del sistema elettorale a ridosso delle urne previsti dal premierato violano i diritti dei cittadini"

“Il premierato è anti-democratico, il governo ne prenda atto”. Parla Angelo Bonelli, portavoce di Europa Verde

La Corte europea dei diritti umani (Cedu) ha ammesso il ricorso contro l’Italia avanzato dall’ex segretario dei Radicali italiani Mario Staderini e da alcuni cittadini secondo i quali le diverse modifiche apportate al sistema elettorale italiano hanno comportato la violazione dei diritti degli italiani nelle elezioni politiche del settembre 2022, quelle vinte da Giorgia Meloni.

Angelo Bonelli, portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Avs, che ne pensa?
“Che è una straordinaria e importante notizia. E vorrei fare i complimenti per l’intelligenza giuridica e politica mostrata da Staderini nel fare questo ricorso”.

Quali le conseguenze?
“Adesso si apre un problema molto serio nel governo. In primo luogo perché il timing della riforma sul premierato è un timing che porterà alla riforma della legge elettorale a ridosso delle elezioni e questo entra in contrasto con le indicazioni della Cedu. E l’altra cosa è il voto disgiunto. Perché nella proposta Meloni si prevede un unico voto su un’unica scheda per il rinnovo del Parlamento e l’indicazione del premier. E questo contrasta ancora con la decisione della Cedu. È dunque una questione rilevante dal punto di vista di quello che oggi sta facendo il governo, che non può non tenerne conto perché cambia e fa saltare i piani della Meloni rispetto al premierato”.

Palazzo Chigi fa sapere che il ricorso non è stato accolto ma soltanto dichiarato ammissibile. Staderini dice che la sostanza non cambia è solo una questione terminologica.
“Ed è come dice Staderini che è uno dei massimi esperti italiani e internazionali su questioni di questo tipo su cui ha coinvolto anche organismi come l’Onu. Palazzo Chigi sia più prudente e rifletta in maniera molto attenta rispetto alla riforma che ha messo in campo”.

Per il sottosegretario Alfredo Mantovano il ricorso è infondato.
“Ma per la Cedu è fondato. C’è una questione che si chiama diritto internazionale, so che il governo Meloni è refrattario anche a questo ma dovranno farsene una ragione. Ripeto: su voto congiunto e anche sul fatto che non si può cambiare la legge elettorale a ridosso delle elezioni – perché c’è un problema di democrazia e di diritti dei cittadini a non vedersi cambiare le regole del gioco all’ultimo momento – il governo o interviene o ci sarà una moltiplicazione di ricorsi”.

L’articolo del Times sul premierato parla di riforma che riecheggia Mussolini.
“Le riforme che la premier sta mettendo in campo indicano un’accelerazione autoritaria nel nostro Paese. In primo luogo perché c’è un mercimonio tra lei e Salvini. A Salvini ha concesso l’Autonomia differenziata che spacca l’Italia e divide le regioni in serie A, B e C. E lei incassa il premierato. Ed è una svolta autoritaria che si lega anche all’occupazione che la destra sta facendo dell’informazione che, attraverso Rai e Mediaset, mira alla narrazione del presidente. E tutto ciò a cosa serve? Proprio a imprimere una svolta autoritaria. Ma quando si vuole eliminare la funzione fondamentale e di tenuta politica e sociale della unità nazionale del presidente della Repubblica si apre un problema serio per il nostro Paese”.

La Cgil ha scritto alle Regioni e ai partiti chiedendo di fermare l’Autonomia differenziata.
“Noi stiamo facendo opposizione e la faremo fino alla fine a una riforma che è un attacco all’Italia e alla sua unità. Ma ce le immaginiamo 20 regioni che legiferano in maniera diversa sull’ambiente. Come se l’inquinamento potesse avere un confine amministrativo! Oppure 20 piani di studio diversi e 20 diversi regimi sanitari con le Regioni del Sud più povere e abbandonate perché non ci sono le risorse. Il 25 maggio saremo in piazza a Napoli contro una riforma che spacca l’Italia e contro cui tanti amministratori del Sud di centrodestra sono contrari”.

Il Consorzio Ue Media Freedom Rapid Response ha concluso la missione in Italia dicendo che il governo li ha ignorati.
“Questo conferma che ci troviamo di fronte alla costruzione di uno Stato sulla base di un modello verticistico, e quindi autoritario, che col premierato e il controllo dell’informazione, con le censure fatte su intellettuali e giornalisti e i provvedimenti disciplinari, segna una fase cupa per la nostra democrazia. Perché l’atteggiamento che ha avuto il governo rispetto a una delegazione di questo genere non è degno di una democrazia. Il punto è che non vogliono essere disturbati. Tutto qui”.