Privatizzare il bagno dei milanesi. È il mantra abbracciato – non certo da oggi – dalla giunta di Beppe Sala, nonché l’unica ricetta trovata per far fronte alla morìa di vasche che ha colpito la città. Persino inutile ricordare come oggi ben cinque centri balneari pubblici su otto a Milano (Argelati, Lido, Scarioni, Saini e Suzzani) siano chiusi, perché in avaria o sul punto di essere privatizzati.
Lido, pioniere della privatizzazione delle piscine milanesi
Pioniere della nuova tendenza sugli impianti pubblici ceduti al privato è stato il Lido di piazzale Lotto, il grande centro balneare che dagli anni Trenta del secolo scorso fino al 2019, con la sua vasca scoperta da 9mila mq, ha accolto oltre 50mila bagnanti all’anno. Ristoro per migliaia di milanesi impossibilitati ad andare in vacanza al mare.
La convenzione tra Comune e Go fit
Poi, nel 2021 la giunta Sala ha deciso di privatizzarlo, dopo averlo chiuso, cedendolo con un project financing alla multinazionale spagnola GO fit Life Science and Technology. In base alla convenzione sottoscritta il 28 luglio 2023, gli iberici, a fronte di un investimento di 26,6 milioni di euro (cifra che Palazzo Marino non è stato in grado di trovare nelle pieghe del bilancio miliardario della città) e di un affitto annuale per il Comune da 80mila euro (ma solo dal quarto anno di attività), si sono assicurati il maxi-impianto da 6mila mq per 42 anni. Consegna prevista del Nuovo Lido entro 24 mesi dalla sottoscrizione. Ma sarebbe meglio dire: appena finiranno i lavori.
I lavori affidati allo studio Mazzoleni
Già, i lavori… Ma chi li farà? Nella convenzione sottoscritta da GO fit e Comune, si legge che “i servizi di architettura ed ingegneria saranno eseguiti da ultimo dallo studio Bruno Egger Mazzoleni Architetti Associati”. Un nome assai noto quello dell’architetto Paolo Mazzoleni, ininterrottamente membro della commissione paesaggio del Comune dal 2009 al 2017 (presieduta dal 2012 al 2015), nonché presidente dell’Ordine degli Architetti dal 2017 al 2021.
Mazzoleni assessore a Torino e indagato a Milano
Oggi Mazzoleni è assessore all’Urbanistica al Comune di Torino (dettaglio non secondario, come vedremo). Tuttavia Mazzoleni è noto anche per le sue vicissitudini giudiziarie, dovute alle indagini della procura sull’Urbanistica meneghina, dove risulta indagato da aprile 2023 per corruzione per il palazzo Hidden Garden di piazza Aspromonte e per falso, lottizzazione abusiva e abuso edilizio, per il progetto “Twin Palace” a Lambrate. Ma il suo nome compare anche nelle indagini sulle “Residenze Lac” e in quelle sullo studentato “Scalo House”. In tutto sono quattro i procedimenti nel quale l’architetto risulta coinvolto.
L’affidamento a Mazzoleni della progettazione da parte di GO fit è assolutamente lecito, ma pone una questione di opportunità per quanto riguarda Palazzo Marino, visto che avvenuto tre mesi dopo lo scoppio della prima inchiesta penale che coinvolgeva il professionista. Dettaglio allora sfuggito all’Amministrazione o ritenuto ininfluente ai fini dell’affidamento di un bene pubblico. Palazzo Marino non ha ritenuto neppure in seguito all’esplosione delle altre inchieste sull’urbanistica che lo riguardavano, di dover chiedere a GO fit e Mazzoleni un passo indietro.
L’assessorato milanese: “Mazzoleni non ha firmato il progetto Lido”
Raggiunto da La Notizia, l’assessorato allo Sport del Comune di Milano, guidato da Martina Riva, fa sapere che “Mazzoleni non risulta essere il firmatario del progetto architettonico Lido”. Tuttavia, sempre l’assessorato, conferma che lo studio incaricato del progetto è proprio Bruno Egger Mazzoleni Architetti Associati…
Inoltre Palazzo Marino fa sapere che il progetto architettonico del Lido non è mai passato per la Commissione Paesaggio, definita dalla Procura di Milano il fulcro di quello che la stessa Procura ha battezzato “il sistema dell’Urbanistica milanese”. La stessa Commissione Paesaggio che, secondo le accuse dei pm milanesi, sarebbe stata egemonizzata dal duo Giovanni Oggioni (ex dirigente del comune di Milano accusato di corruzione, frode processuale, depistaggio e falso) e Mazzoleni.
Tra Mazzoleni e Go Fit un rapporto professionale ininterrotto dal 2020
Un rapporto quello tra GO fit e Mazzoleni che non si è mai interrotto: La Notizia ha infatti espressamente chiesto alla multinazionale se, a seguito delle inchieste giudiziarie e dell’incarico all’assessorato all’Urbanistica di Torino, avesse sospeso la collaborazione.
Questa la risposta: “Dal 2020, GO fit intrattiene un rapporto professionale con lo Studio Bruno Egger Mazzoleni Architetti Associati di Milano, collaborando all’arrivo del nostro primo centro sportivo “Il Lido” a Milano, attraverso il centro sportivo Lido. Il nostro interlocutore è sempre stata Bruno Ombra (Catina, collaboratrice di Mazzoleni, indagata nell’inchiesta Scalo House, ndr), che ci ha supportato nell’adattamento del nostro modello di centro ai diversi aspetti architettonici e ambientali della città”.
Un rapporto professionale che continua tutt’oggi, quindi, tanto che la stessa GO fit aggiunge: “Studio Bruno Egger Mazzoleni Architetti Associati collabora con GO fit per il progetto Lido. Il progetto essendo ancora in corso, ha una collaborazione attiva”.
Il maxi-progetto di GO fit a Torino
Una circostanza che si intreccia con il Mazzoleni assessore torinese, incarico preso nel 2021, quando cioè era già fornitore di GO fit da oltre un anno. La società spagnola, infatti, proprio a Torino sta costruendo un nuovo centro sportivo dove sorgeva il vecchio Mercato dei Fiori di via Perugia.
Un’area di oltre 14mila metri quadrati che saranno riconvertiti e trasformati in “un polo di benessere e connessione sociale”, annuncia la multinazionale, a fronte di un investimento da oltre 20 milioni. Si tratta di una delle operazioni di maggior peso nella rigenerazione urbana del capoluogo piemontese, se non la principale, avviata nel 2018 sotto la giunta di Chiara Appendino.
Conflitto di interessi mai dichiarato
Tuttavia la costruzione del nuovo centro GO fit ricade nelle competenze dell’assessorato all’Urbanistica, cioè proprio di Mazzoleni. Che a Torino si ritrova a vestire i panni del committente pubblico della multinazionale spagnola, con la quale a Milano il suo studio è legato da rapporti professionali.
Un conflitto di interesse che però, è bene precisarlo, non viola la legge, visto che la norma prevede la possibilità per un eletto di esercitare la propria professione fuori dal comune nel quale è amministratore. Ma che dal punto di vista politico pone inevitabilmente una questione di opportunità.
Al riguardo la società ha dichiarato: “Per quanto riguarda il progetto di Torino, il rapporto istituzionale di GoFit con la città, attraverso i suoi uffici tecnici e amministrativi, è sempre stato molto cordiale, professionale e diretto. Questo rapporto è iniziato nel 2018 e si è mantenuto stabile e trasparente, nonostante i cambi di schieramento politico che si sono susseguiti da allora alla presidenza dell’amministrazione locale”.
Cosa dirà il sindaco dem Lo Russo?
Il Movimento Cinque Stelle torinese ha più volte richiesto le dimissioni di Mazzoleni dall’assessorato, già alla luce delle inchieste penali a suo carico. Dimissioni sempre respinte dal sindaco del Partito democratico Stefano Lo Russo. Ma ora l’intreccio tra il suo ruolo pubblico e quello professionale rischia di rinfocolare le polemiche. E la richiesta di dimissioni.