Il Punto di Mauro Masi. Non è di certo un periodo brillante per Facebook. Acque agitate anche in Italia

Sono giornate non proprio esaltanti per Facebook: il Congresso USA ha (finalmente) acceso un potente faro sull’attività del gigante di Menlo Park; in Europa sta per entrare in vigore la GDPR  (General Data Protection Regulation) per garantire gli utenti contro la gestione selvaggia dei propri profili personali; un po’ dappertutto – per la prima volta dalla sua fondazione nel 2004 –  si registrano significative uscite dal social. E un tribunale italiano (la Corte d’Appello civile di Milano) ha confermato la condanna inflitta a Facebook nel 2016 per aver copiato da una piccola società dell’hinterland milanese (la Business Competence di Cassina de Pecchi) un’applicazione che propone agli utenti ristoranti e bar che potrebbero interessarli vicino al luogo dove si trovano. I giudici parlano addirittura di “appropriazione parassitaria” e ora devono definire in un giudizio a parte la misura del risarcimento che Facebook dovrà alla start-up italiana. Qualunque essa sarà, Zuckerberg certo non fallirà per questo ma, intanto, come dire, piove sul bagnato.

Il dr. Francesco di Livio di Roma mi chiede a che punto è la Web Tax europea. La proposta, avanzata dalla Commissione UE il 21 marzo scorso e che arriverà all’Ecofin informale di Sofia i prossimi 27 e 28 aprile, prevede una imposta “ad interim” che interesserebbe i ricavi (non solo i profitti) ottenuti dall’utilizzo dei dati degli utenti e dalla pubblicità on-line; l’aliquota dovrebbe essere del 3%. Il regime sarebbe appunto ”interinale” perché  in attesa della più ampia soluzione globale in corso di avanzata definizione in area OCSE. Per quanto riguarda la sua approvazione, a quanto è dato sapere, ad oggi sono sicuramente favorevoli all’introduzione della Web Tax UE,  Italia, Francia, Spagna, Germania e Regno Unito; contrari i nordici e i piccoli Paesi e, soprattutto,  è fortemente contraria l’Irlanda il cui regime fiscale di favore ha sinora attirato le attività di quasi tutte le Over The Top. Quindi far passare la Tax non sarà facile visto che in materia fiscale vige nell’UE l’obbligo dell’unanimità.

Per i tanti fan dell’ascolto della musica in vinile (tra cui io stesso) arrivano buone notizie. Una start-up austriaca, Rebeat Innovations, sta brevettando un sistema innovativo  di produzione basato sull’uso di laser e sulla conversione di file audio in una mappa topografica 3D al fine di realizzare dischi in vinile ad alta ed altissima  definizione. Rebeat  Innovations ritiene di poter lanciare questa nuova generazione di vinili high-tech entro la fine del 2019. Questa iniziativa potrebbe rafforzare il trend mondiale di ripresa delle vendite dei dischi in vinile registratasi nell’ultimo biennio curiosamente in parallelo alla crescita, ormai quasi totalitaria, dell’ascolto della musica in streaming dal Web.