Il Salario minimo può attendere. Due mesi di stop forzato alla legge

La destra impone la sospensiva fino a settembre. M5S e Pd all’attacco: puntano ad affossare il Salario minimo.

Il Salario minimo può attendere. Due mesi di stop forzato alla legge

Nulla di nuovo sotto il cielo per il salario minimo. Come da copione, la maggioranza ha deciso di non decidere sulla proposta delle opposizioni di una soglia minima di garanzia salariale di 9 euro l’ora e getta la palla in tribuna. Così come aveva fatto per il Mes, il governo opta per una sospensiva che verrà votata la prossima settimana.

La destra impone la sospensiva fino a settembre. M5S e Pd all’attacco: puntano ad affossare il Salario minimo

Un rinvio di 60 giorni per dare il tempo – come ha spiegato ieri nell’aula di Montecitorio, nel corso della discussione generale, il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Tommaso Foti – al centrodestra di presentare una proposta unitaria sul tema dei salari bassi. “Potevamo presentare e tenere in Commissione la votazione di un emendamento abrogativo e presentare a settembre – nessuno lo impediva – una proposta che, iscritta in quota alla maggioranza e con la richiesta d’urgenza, veniva entro il mese di settembre in Aula. Potevamo farlo e non lo abbiamo fatto perché abbiamo rispetto di quando ci si chiede il confronto”, ha argomentato Foti.

Ma la verità è un’altra. Come numerosi sondaggi testimoniano, la maggioranza degli italiani, compresi gli elettori dei partiti di destra, sono favorevoli all’introduzione di un salario minimo legale. Tanto la premier Giorgia Meloni quanto i suoi alleati continuano a rimanere contrari alla proposta, vedendola come fumo negli occhi, ma si stanno rendendo conto che non possono consentire alle opposizioni di intestarsi la battaglia contro il lavoro povero. Ecco perché non hanno avuto il coraggio di farsi carico di una scelta impopolare quale sarebbe stata l’approvazione dell’emendamento della maggioranza che affossava il salario minimo.

Conte assicura che non si sottrarrà al confronto con la maggioranza. Ma sui 9 euro l’ora non farà sconti

Ed ecco perché la Meloni ha invitato a un confronto. Ad ogni modo, Carlo Calenda ha subito risposto positivamente all’invito della Meloni, confermando la sua inclinazione ad andare in soccorso della maggioranza quando questa si trovi con le spalle al muro, Il M5S è invece scettico. “Se la presidente Meloni invita le opposizioni a un confronto sul salario minimo noi non ci sottrarremo. Un tavolo di confronto esiste già, è la Commissione Lavoro. Se veniamo convocati a Palazzo Chigi andrò a esporre tutte le ragioni sul perché bisognerebbe approvare questa proposta. Ma no a palliativi”, dice il leader dei pentastellati, Giuseppe Conte.

L’ex premier fa notare che nello stesso momento in cui Meloni ha rivolto l’invito alle opposizioni ha bollato la loro proposta come “slogan”. E sul rinvio a settembre dice polemico: “Per noi c’è l’urgenza di provvedere a 4 milioni di lavoratrici e lavoratori. Per la maggioranza c’è l’urgenza di andare in vacanza”. “Come si fa a fidarsi di una maggioranza, di un governo, che esprime un ministro degli Affari esteri che dice che il salario minimo non serve e che non siamo in Unione sovietica? come facciamo a fidarci di un governo che esprime un ministro che dice che il salario minimo è assistenzialismo? come facciamo a fidarci di una presidente del Consiglio che dice che il salario minimo è uno specchietto per le allodole oppure uno slogan?”, ha attaccato il deputato M5S, Emiliano Fenu.

Il Pd, che fino a ieri aveva una posizione meno granitica di quella dei Cinque Stelle, con la segretaria Elly Schlein, che confermava la sua disponibilità al confronto con Meloni, ora comincia a sentire puzza di bruciato in quell’invito. “Stanno puntando a perdere tempo, vogliono farla uscire dal dibattito pubblico ai danni di chi lavora con un salario che non gli permette di arrivare a fine mese”, fanno sapere fonti dem in merito alla proposta dei 9 euro l’ora. “La sospensiva equivale a dire ‘non se ne fa niente’”, attacca il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.