Il “sistema Anas” diffuso in dieci regioni. Va avanti l’inchiesta sui Verdini

L'inchiesta sulle commesse Anas che coinvolge l'ex senatore Verdini e il figlio sta aprendo un vaso di Pandora in tutto il Paese.

Il “sistema Anas” diffuso in dieci regioni. Va avanti l’inchiesta sui Verdini

Lotti in dieci regioni con offerte pilotate sarebbero state assicurate dalla rete di Inver, la società di lobbyng gestita da Tommaso Verdini e Fabio Pileri, a cominciare dal risanamento di diverse gallerie per un importo complessivo di 180 milioni di euro. E a una sola società, il Consorzio Stabile Aurora dell’imprenditore Angelo Ciccotto, sarebbero state garantite gare per quasi 108 milioni di euro. Un sistema, dunque, ben più grande di quel che si poteva pensare all’inizio. Questo è quanto starebbe emergendo, secondo quanto riportato ieri da Repubblica, dall’inchiesta della procura di Roma su commesse milionarie all’Anas, che ha portato agli arresti domiciliari Tommaso Verdini e che vede altre quattro persone indagate e due funzionari Anas sospesi per un anno dal servizio.

L’inchiesta sulle commesse Anas che coinvolge l’ex senatore Verdini e il figlio sta aprendo un vaso di Pandora in tutto il Paese

Almeno sette, secondo il quotidiano romano, gli appalti “sospetti” per Aurora, la metà degli introiti ottenuti grazie al lotto 22 “Dg 161/20”, riguardante alcuni lavori in Sicilia. A Ciccotto sono andati anche diversi lotti della gara “DG 1/20”. Si tratta del rifacimento degli impianti di numerose gallerie: dal Veneto alla Basilicata passando per la Puglia, la Sardegna, il Friuli e l’Emilia. I magistrati analizzano gli appalti e annotano: “in concomitanza con l’inizio del rapporto di fatturazione con la Inver (la società targata Verdini, ndr) il Consorzio Stabile Aurora dell’imprenditore Angelo Ciccotto risulta aggiudicatario di gare bandite da Anas per un importo complessivo superiore di 100 milioni di euro”.

Le offerte pilotate avrebbero assicurato guadagni stellari. Solo per il risanamento di poche gallerie spesi 180 milioni

Tra gli imprenditori che avrebbero giovato della consulenza di Inver ci sono anche Stefano Chicchiani, Giuseppe Pietro Tomarchio e Antonio Samuele Veneziano. Insieme, secondo le stime degli investigatori, si sarebbero aggiudicati lavori per centinaia di milioni di euro, operando soprattutto nel Lazio, in Umbria e in Molise. Secondo ancora notizie trapelati dagli ambienti giudiziari, gli investigatori ritengono che nel maggio 2022, per favorire Chicchiani e Veneziano, Tommaso Verdini e il socio Fabio Pileri avrebbero incontrato Domenico Petruzzelli, “all’epoca dei fatti dirigente responsabile della direzione operazione e coordinamento territoriale” di Anas.

Il momento era delicato. I due avevano appreso “asseriti tentativi di società concorrenti di avvicinare altri funzionari Anas”. E Pileri, intercettato, spiega la sua reazione davanti a Petruzzelli e Cedrone: “tu non me conosci… tu lo sai che so in grado a fa… è questione che serve un sostegno politico”.

Com’è noto, dall’inchiesta è emerso, in un’intercettazione, il nome di Matteo Salvini. Nelle conversazioni Fabio Pileri, socio di Verdini in Inver Srl, avrebbe nominato Salvini, per sottolineare le conoscenze in ambienti governativi: “Hanno comunque il governo perché c’è Salvini, insomma ragazzi è la Lega”, avrebbe detto parlando della necessità di costruire una rete di relazioni trasversale alla gestione degli appalti. Dopo un lungo silenzio, però, il vicepremier e ministro delle Infrastrutture ieri ha chiarito la sua posizione, annunciando una pioggia di querele.

Salvini avverte: “Da oggi cominciano a partire querele”

“Da oggi cominciano a partire querele, da parte mia e della mia compagna Francesca Verdini come me coinvolta senza motivo in diversi articoli, con l’impegno a devolvere in beneficenza tutto quello che i calunniatori dovranno risarcire”, ha fatto sapere il ministro dei Trasporti. Il vicepremier – è bene precisarlo – non risulta in alcun modo coinvolto nelle indagini e proprio per questo accusa giornali e giornalisti di metterlo in mezzo “a sproposito”. Di certo c’è solo che l’inchiesta è destinata a far parlare ancora di sé.