Il sogno estivo del Renzi bis, unica strada per le riforme. I numeri per cambiare il Senato non ci sono. E i Berluscones iniziano a prenotare i ministeri

Chiusi per vacanze, i Palazzi della politica romana quest’anno potrebbero riaprire all’improvviso. Tra una tappa e l’altra delle sue blindatissime vacanze tra Stati Uniti e Toscana, Matteo Renzi potrebbe fare infatti una veloce capatina agostana nella Capitale, a beneficio di telecamere e giornali pronti a mostrarci che abbiamo un premier sempre al lavoro per il bene del Paese. Che questo avvenga o meno, di sicuro la mente del Presidente del Consiglio a Roma è costretta a volarci spesso. Come i fuochi d’artificio che sparano all’ultimo il colpo più forte, anche Renzi prima della pausa estiva ha inanellato una promessa più mirabolante dell’altra. Tagli per miliardi alle tasse, investimenti di altri miliardi per il sud e infine la sparata più grossa: i numeri per fare le riforme in Parlamento non mancheranno mai. E dire che basta fare un po’ di conto per verificare che la maggioranza questi numeri non li ha.

INCUBO VIETNAM
Il soccorso di Verdini gli ha portato appena due voti in più (gli altri aderenti all’Alleanza liberalpopolare votavano già col Governo) e il no risoluto dalla sinistra Pd a Forza Italia, Lega e Cinque Stelle sul nuovo Senato non lascia margini per l’approvazione della riforma costituzionale di Palazzo Madama. La bandiera del renzismo, insomma, ammainata prima di poter sventolare sulla modifica più importante al nostro sistema istituzionale. Non a caso l’ex Capo dello Stato Giorgio Napolitano non ci dorme la notte e un giorno al Corriere e un altro a Repubblica invia letterine a sostegno del disegno renziano. Una “moral suasion” che certo non farà breccia nel cuore di Brunetta e degli altri Berluscones che aspettano il premier traditore del Nazareno sulla riva del fiume. Il gesto di distensione sui vertici della Rai non inganni. Stavolta Forza Italia non farà sconti. A meno che non si arrivi ad altri patti sopra o sotto il tavolo.

TROPPO ALTA
LA POSTA
Nel caso di un accordo carbonaro la posta sarà altissima. Gli azzurri potrebbero dare il loro sostegno alla riforma del Senato solo in cambio di modifiche che stravolgerebbero l’attuale impianto della legge. In caso contrario il partito sarebbe indifendibile davanti ai suoi elettori e destinato a un velocissimo declino. Più facile e di sicuro più gradita quindi l’ipotesi di un’intesa a più largo raggio, dove si aderisce a una riforma del Senato non del tutto condivisa in cambio di future obiettivi di Governo politicamente più nobili. Per garantire questo percorso FI dovrebbe però entrare nell’Esecutivo, riprendendosi almeno quelle poltrone finite a suoi ex parlamentari o a ministri evanescenti di provenienza Ncd e Scelta civica, peraltro ormai del tutto privi di voti.

REGOLAMENTI DI CONTI
I dicasteri nel mirino sono quello della Salute occupato dalla Lorenzin, della scuola e università con la contestata Giannini, dell’ambiente (che cade a pezzi) di Galletti. E non solo. Ai lavori pubblici c’è il Pd Delrio, ma la casella era dell’ex forzista, poi Alfaniano, Maurizio Lupi fino alla vicenda dell’orologio regalato da un grosso costruttore al figlio. Sogni estivi di un Renzi bis, dunque, che se non altro tengono uniti i fedelissimi del Cavaliere, tutti convinti di essere arrivati al loro turno per un incarico al Governo. Visioni che potrebbero rivelarsi un miraggio. Se mai nascerà, in questo “Renzi due” il Cavaliere potrebbe entrare senza sporcarsi troppo le mani, indicando come ministri alcuni tecnici di area. Non sarà proprio la grosse koalition, ma per tirare a campare basta e avanza.