Il Sud non fa scuola: solo spiccioli per le aule

di Carmine Gazzanni

L ’annuncio è stato dato in pompa magna poco prima delle elezioni europee: “via libera all’assegnazione di oltre 36 milioni per l’edilizia scolastica”, si legge nel comunicato della Presidenza del Consiglio del 22 maggio scorso. Non c’è che dire: quello del governo Renzi sembrerebbe un primo importante passo verso la ristrutturazione di “strutture obsolete” e la costruzione di “nuovi edifici dotati degli standard di sicurezza più recenti e di nuovi modelli di spazi di apprendimento”.

Il contributo più alto a Firenze
Eppure bisogna entrare nel merito del finanziamento per capire di cosa stiamo parlando. Dal documento formulato dal Miur, infatti, emerge che i 36 milioni di euro (per la precisione 36.788.058) – prima tranche di uno stanziamento complessivo che dovrebbe arrivare a 186 milioni – finanzieranno un totale di 27 progetti presentati ovviamente da altrettanti enti locali. Ed ecco il punto: quasi la metà dei fondi sono destinati a sole due regioni, Emilia Romagna e Toscana, che riceveranno a testa oltre 8 milioni di euro, a discapito invece di tante altre realtà che non beccheranno un soldo bucato. E così, ad esempio, spicca un piccolo particolare: il contributo più alto – da 5 milioni di euro – andrà proprio alla città gigliata di Matteo Renzi, per “interventi di costruzione” di ben sei nuovi edifici scolastici più riqualificazione di altri quattro.

Il Sud martoriato e dimenticato
Però si sa: a pensar male si fa peccato. Continuando tuttavia ad esaminare nel dettaglio i beneficiari del finanziamento, non può che emergere un dato: il Mezzogiorno godrà della fetta più esigua del fondo. Nonostante sia proprio questa la zona più disastrata. Lo dice chiaramente “Ecosistema Scuola”, il rapporto di Legambiente sulla qualità dell’edilizia scolastica, delle strutture e dei servizi. Secondo l’ultimo rapporto, pubblicato a metà gennaio 2014, “se prendiamo in considerazione le 4 aree del nostro paese (nord, centro, sud, isole) possiamo osservare come nel nord la media degli investimenti per la manutenzione straordinaria risulti quasi tre volte quella del sud, nonostante vi sia una maggiore necessità di interventi nelle regioni del sud”. L’occasione buona per riparare allo squilibrio Nord-Sud, dunque, si era concretizzata proprio con il fondo messo a disposizione dal Miur. E invece niente: vuoi per la noncuranza dell’amministrazione centrale, vuoi per la negligenza degli enti locali, a fronte di ben 17,6 milioni di euro che arriveranno al Nord e di 17,1 destinati invece alle regioni centrali, al Sud arriveranno esattamente 2 milioni di euro. A beneficiare del finanziamento saranno il comune di Isola Capo Rizzuto (Crotone) per 1,125 milioni di euro e quello di Casal Velino (Salerno) per 875 mila euro.
Soltanto due comuni, dunque, riusciranno a strappare una fetta del fondo Miur. Eppure i numeri snocciolati da Legambiente parlano di una situazione ben più drammatica. Basti questo: la percentuale nazionale di edifici che avrebbero bisogno di manutenzione urgente è pari al 37,6%, una percentuale che si abbassa per quanto riguarda il Nord al 34,9% e, addirittura, al 16,5% al Centro, e che invece tocca quota 40% al Sud e 43,2 sulle Isole. Prendiamo, ancora, i dati sulla manutenzione negli ultimi 5 anni: se al Nord il 66,3% delle strutture ha goduto di interventi, al Sud è toccato soltanto al 45,2 (56,2% la media nazionale). Una situazione d’emergenza, dunque, che tocca punte incredibili in Sicilia, dove si registra una necessità di intervento per manutenzione urgente pari al 57,7%, in Calabria (51,8%) e Campania (40,8). Non potrebbe essere altrimenti, d’altronde, se negli ultimi 5 anni per la manutenzione al Sud si è speso solo 2.937 euro mediamente per edificio, a fronte degli 11 mila nazionali. Dati sconcertanti dunque. Che si spera vengano presi in considerazione al prossimo giro di finanziamento.