Il Tar fa a pezzi il passaporto sanitario di Solinas. L’ultimo fiasco della Giunta sovranista sui test per entrare in Sardegna

Servono governatori e non sceriffi. Quella del presidente sovranista della Regione Sardegna, Christian Solinas, per il passaporto sanitario sembra ormai un’ossessione. Incurante delle direttive impartite a livello nazionale per far fronte all’emergenza Covid ha continuato con pervicacia a lanciare l’idea fino a imporla, dopo il disastro estivo con l’esercito di contagiati nei locali della movida sarda, con un’ordinanza. Ma come prevedibile quel provvedimento è stato bocciato.

Il Tar, ancor prima di entrare nel merito della vicenda e accogliendo la richiesta del Governo che ha impugnato tale ordinanza, l’hanno sospeso. Con un decreto del Tribunale amministrativo è stata nello specifico sospesa l’efficacia dei soli tre articoli dell’ordinanza, il 10, l’11 e il 12, che dettano le regole su chi intende fare ingresso nel territorio regionale prevedendo test Covid obbligatori. Una sorta di passaporto sanitario in pratica.

LA DECISIONE. Il presidente della prima sezione del Tar, Dante D’Alessio, ha poi specificato che non vi sono invece ragioni “per una pronuncia cautelare sulle ulteriori disposizioni dettate negli altri articoli dell’ordinanza impugnata, che potrebbero ritenersi peraltro giustificate dall’evolversi della situazione epidemiologica nella Regione”. Dunque ok all’obbligo di utilizzo delle mascherine in tutti gli ambienti chiusi o aperti dove sia concreto il rischio di assembramento e dell’insieme di disposizioni che, in vista della riapertura delle scuole il 22 settembre, portano fino all’80% l’occupazione dei posti a sedere nei mezzi del trasporto pubblico locale. In pratica via libera a tutto quello che, come chiarito sin dall’inizio dal Governo, possono fare i governatori e stop alle improbabili derive come i test obbligatori. Via libera agli strumenti utli a fare reale prevenzione e stop agli spot utili solo sui social.

LE REAZIONI. “L’attesa decisione del Tar di sospendere l’ordinanza Solinas sui test obbligatori era prevedibile e dimostra come il ricorso del Governo non fosse assolutamente un atto di arroganza contro la Regione. è sotto gli occhi di tutti, ormai, l’inadeguatezza dell’amministrazione a trazione leghista e questa vicenda ne è solo l’ultimo esempio”, ha subito dichiarato il pentastellato Mario Perantoni, presidente della Commissione giustizia alla Camera. “Quell’ordinanza aveva creato confusione e una marea di problemi al comparto turistico sardo”, hanno aggiunto i deputati sardi del Partito democratico, Romina Mura, Andrea Frailis e Gavino Manca.

Ma Solinas non molla. Collezionata l’ennesima figuraccia cerca di salvare la faccia e lo fa con il solito sistema di utilizzare l’attacco ritenendolo la miglior difesa. Per il governatore sardo infatti il Governo utilizza due pesi e due misure e, “mentre in Sardegna si impugnano ordinanze adottate per tutelare salute pubblica, in altre parti del Paese si adottano ordinanze discriminatorie nei confronti dei sardi prevedendo test e quarantena per chi proviene dall’isola, si adotta e si copia il passaporto sanitario proposto da noi”. Il presidente della Regione Sardegna ha quindi annunciato che, per il 7 ottobre è previsto il nuovo giudizio del Tar Sardegna e che nel frattempo valuterà se ci sarà l’esigenza di affrontare provvedimenti differenti. E dunque di insistere sul passaporto sanitario. Tutto, sottolinea Solinas, “per tutelare la salute dei nostri cittadini e dei nostri turisti”. E vista ormai la situazione non potrebbe dire nulla di diverso.