Il totoministri è un suk. Tutti parlano di temi ma già pensano ai posti. Definita la lista dei big giallorossi. Più confusa la rosa dei nomi a destra

Il totoministri è un suk. Tutti parlano di temi ma già pensano ai posti. Definita la lista dei big giallorossi. Più confusa la rosa dei nomi a destra

Tutti parlano di un appoggio a Mario Draghi condizionato ai temi. Prima il progetto di Paese, quello per uscire dalla crisi economica e sanitaria, poi il via libera all’esecutivo e solo alla fine la discussione sulle singole poltrone. Le rassicurazioni però sono una cosa e la realtà un’altra. Tra una battuta sulla digitalizzazione e un’altra sul Recovery, le diverse forze politiche sembrano così concentrate più che mai sulla squadra che intende mettere in piedi il premier incaricato. Si rispolvera il “modello Ciampi”, si sottolinea continuamente che l’esecutivo sarà un mix tra tecnico e politico, ma poi la guerra vera, quella per un posto al sole, è più feroce che mai.

LE ASPETTATIVE
Impazza insomma il totoministri. In casa Pd sembra pronto a prendersi la responsabilità di un Ministero lo stesso segretario Nicola Zingaretti. “Io ministro? Ne parleremo con il presidente Draghi e con il mio partito”, ha detto non a caso il governatore del Lazio a Otto e mezzo, su La7. In pole poi restano il vice Andrea Orlando e i ministri uscenti Dario Franceschini e Lorenzo Guerini. Per quanto riguarda poi il Movimento 5 Stelle, in attesa del confronto oggi con il premier incaricato, sembrano blindati gli attuali ministri Luigi Di Maio e Stefano Patuanelli, ma resta ancora da capire anche cosa deciderà di fare Giuseppe Conte dopo aver aperto le porte a un Governo Draghi. Per Leu sembra più che probabile la conferma di Roberto Speranza alla Salute, e per Italia Viva i papabili restano Ettore Rosato e l’ex ministra dell’agricoltura Teresa Bellanova. A sperare di potersi fregiare del titolo di ministro, nonostante il flop dell’operazione responsabili, è però anche il centrista Bruno Tabacci. Più complessa la partita nel centrodestra. A dire no alla fiducia a un nuovo esecutivo è stata solo Giorgia Meloni. Matteo Salvini è tentato dall’idea di tornare a Palazzo Chigi e ha subito detto che se appoggerà l’ex governatore della Bce lo farà avendo propri ministri. Ipotesi quest’ultima che sembra lasciare pochi dubbi sul fatto che toccherebbe a Giancarlo Giorgetti. Forza Italia invece sembra puntare su Antonio Tajani, ma buone sono anche le quotazioni di Mara Carfagna.

I FEDELISSIMI
Un puzzle difficile per Supermario quello da comporre per il fronte politico. Sui ministri tecnici, invece, Draghi sembra avere già le idee chiare. Senza escludere una conferma al Viminale per Luciana Lamorgese, si continua a parlare di Marta Cartabia, ex presidente della Consulta, per guidare il dicastero di via Arenula, di Daniele Franco, di Enrico Giovannini, Carlo Cottarelli e Antonio Malaschini. Poi ci saranno da riempire le caselle di sottogoverno, con viceministri e sottosegretari. Ma quello, si sa, è il momento di dare dei contentini. E quando c’è la fetta grossa della torta le briciole non interessano e non suscitano passioni.