Fondi a pioggia agli artisti. Il click day dell’Imaie è un flop: in pochi minuti il sito internet collassa

Il nuovo Imaie non sa nemmeno distribuire i soldi a pioggia. Il click day dei piccoli produttori di audiovisivo, cinema e teatro è stato un prevedibile flop

Il nuovo Imaie (l’Istituto che distribuisce i diritti di cinema e audiovisivo) non sa nemmeno distribuire i soldi a pioggia. Il click day dei piccoli produttori di audiovisivo, cinema e teatro è stato ieri un prevedibile flop. O per restare nel genere, una farsa. In ballo c’erano parte dei cinque milioni di euro del Fondo articolo 7, destinati a sostenere artisti in difficoltà e attrici madri. Il meccanismo di assegnazione è però il più lontano possibile dal riconoscimento del merito. E decisamente precario, come si sono subito accorti tutti coloro che hanno provato a partecipare al bando. Alle 8 del mattino i primi 314 a inserire il loro progetto sul sito dell’ente si dovevano aggiudicare 8mila euro ciascuno. Ovviamente in migliaia si sono dati appuntamento davanti al pc e altrettanto prevedibilmente il sito internet è andato in bomba.

Ritenta, sarai più fortunato – Un avviso ha rinviato l’ora zero alle 10, quando i produttori rimasti in attesa hanno riprovato a seguire la procedura. In pochi minuti circa 1.300 domande (cioè quasi cinque volte più di quanto è possibile finanziare) erano entrate nel sistema. I più veloci però non hanno fatto in tempo a stappare lo spumante che è arrivata la doccia fredda: l’intera procedura è stata annullata. Il nuovo Imaie con un comunicato ha scaricato la colpa su Google. A causa del forte traffico i sistemi di Smtp (server di invio posta) avrebbero scambiato le mail dei candidati per un possibile attacco informatico e hanno bloccato l’account. L’ente ha precisato di aver svolto dei test di prova nei giorni scorsi, ma i sistemi antivirus potenziati per il recente cyber attacco globale avrebbero impedito la consegna di molti progetti. Così, per bloccare sul nascere i sicuri ricorsi si è annullato l’intero processo, rinviando entro il 7 luglio prossimo l’indicazione delle nuove procedure. E dire che il meccanismo è di per se assurdo. Premiando le dita più veloci del Web/West non si finanziano necessariamente le opere più meritevoli ma in una casualità assoluta anche tante produzioni di nessun valore artistico.

Le dita più veloci del web – Così ancora una volta il nostro cinema, l’audiovisivo, il teatro, la cultura in genere sono il terreno di un ideologico egualitarismo da cui è difficilissimo far emergere i talenti migliori. Senza contare che parcellizzando le poche risorse disponibili, dividendo la torta già piccola in piccole fette da appena 8mila euro ciascuna non si incoraggiano certo le produzioni più elaborate (e quindi naturalmente costose). Per il nuovo Imaie si allunga così la bacheca dei flop. Non siamo ancora sui livelli del vecchio Imaie, dove una guerra di potere e la liquidazione infinita hanno bloccato quasi cento milioni di euro da destinare agli artisti, ma si sa che al peggio non c’è fine. Dei guai dei due istituti La Notizia si è occupata con due servizi il 20 e il 22 aprile dell’anno scorso. Le promesse di cambiare passo erano state solenni. A vedere com’è finito il click day di ieri non si direbbe però che siano state tutte mantenute.