Si fa presto a mettere in moto la grancassa della propaganda meloniana sui dati sull’occupazione. Ma in realtà i numeri relativi ad aprile inducono a pochi festeggiamenti. Ad aprile 2025, su base mensile, in realtà l’occupazione è risultata stabile, dunque non c’è stata creazione di nuovi posti di lavoro.
E tale stabilità degli occupati si è associata al calo dei disoccupati e alla crescita degli inattivi, ovvero di quelli che non hanno un lavoro e non lo cercano, dunque non rientrano tra i disoccupati. A marzo peraltro il lavoro aveva subito una frenata con una riduzione mensile degli occupati.
Aumentano i contratti a termine, calano quelli a tempo indeterminato
La stabilità degli occupati ad aprile, ci dice l’Istat, è sintesi dell’aumento tra gli uomini, tra i 25-34enni e gli ultra 50enni, tra i dipendenti a termine e gli autonomi e della diminuzione tra le donne, nelle altre classi d’età e tra i dipendenti permanenti. Dunque ad aumentare sono solo i contratti precari. Il tasso di occupazione è risultato così stabile al 62,7%. Il calo delle persone in cerca di lavoro (-3,1%, pari a -48mila unità) riguarda entrambe le componenti di genere e tutte le classi d’età ad eccezione dei 25-34enni, tra i quali il numero di disoccupati è sostanzialmente stabile.
Giù la disoccupazione con l’aumento degli inattivi
Il tasso di disoccupazione scende al 5,9% (-0,2 punti), quello giovanile al 19,2% (-1,2 punti). Similmente, la crescita degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+0,3%, pari a +39mila unità) coinvolge uomini, donne e tutte le classi d’età tranne i 25-34enni, per i quali il numero di inattivi è in calo. Il tasso di inattività sale al 33,2% (+0,1 punti).
Ad aprile, il numero di occupati supera quello di aprile 2024 dell’1,2% (+282mila unità); l’aumento riguarda gli uomini, le donne, i 25-34enni e gli ultra 50-enni, a fronte di una diminuzione per i 15-24enni e i 35-49enni. Rispetto ad aprile 2024, diminuisce il numero di persone in cerca di lavoro (-12,2%, pari a -209mila unità) e cresce quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+0,1%, pari a +14mila).
Ad aprile, rispetto al mese precedente, tra gli uomini aumentano i tassi di occupazione (+0,1 punti) e di inattività (+0,1 punti) e cala il tasso di disoccupazione (-0,3 punti); anche tra le donne il tasso di inattività cresce (+0,1 punti), a fronte della diminuzione di quello di occupazione (-0,2 punti) e della stabilità del tasso di disoccupazione.
La stabilità congiunturale del numero di occupati, registrata ad aprile, è sintesi, come dicevamo, dell’aumento dei dipendenti a termine (+0,8%) e degli autonomi (+1,0%) associato alla diminuzione dei dipendenti permanenti (-0,5%).
Tra marzo e aprile 2025, per chi ha almeno 35 anni d’età si osserva il calo del tasso di occupazione e l’aumento di quello di inattività, associati a un tasso di disoccupazione che diminuisce per i 35-49enni e rimane stabile per chi ha almeno 50 anni d’età.
Occupazione ad aprile stabile rispetto a marzo
Ad aprile, commenta l’Istat, il numero di occupati, pari a 24 milioni 200mila, è stabile rispetto al mese precedente. Aumentano gli autonomi (5 milioni 182mila) e i dipendenti a termine (2 milioni 652mila), mentre diminuiscono i dipendenti permanenti (16 milioni 366mila). Su base mensile, il tasso di occupazione è stabile al 62,7%, quello di disoccupazione scende al 5,9% e il tasso di inattività sale al 33,2%.
Il M5S: c’è poco da festeggiare, il mercato è fermo
“Secondo uno studio del Consiglio nazionale dei Giovani, pubblicato dal ‘Sole 24Ore’, in Italia 2,16 milioni di ragazze e ragazzi dipendenti privati sono impiegati con contratti precari. Allagando lo sguardo ai dati Eurostat, nel 2024, fra i 27 Paesi dell’Unione europea, il tasso medio di occupazione giovanile si è attestato al 49,6% mentre da noi è fermo al 34,4%. Davanti a questi numeri, la destra ha poco di cui vantarsi per i dati diffusi oggi dall’Istat che, oltretutto, segnalano un aumento di dipendenti a termine e inattivi nel mese di aprile, in cui il mercato del lavoro è rimasto fermo”, afferma la capogruppo del M5S in commissione Lavoro alla Camera Valentina Barzotti.
“Abbiamo fra i salari più bassi d’Europa circa 6 milioni di lavoratrici e lavoratori con contratti a termine e part-time, spesso involontari, e il 9% dei lavoratori full time in povertà. Cos’hanno FdI-Lega-FI da festeggiare?”, conclude Barzotti.