In disaccordo pure sui migranti. Gara a destra a chi la spara più grossa

Matteo Salvini e Giorgia Meloni hanno costruito la loro propaganda sulla pelle dei migranti.

Hanno costruito la loro propaganda sulla pelle dei migranti. Giocando sulla differenza tra migranti reali e migranti clandestini (che poi curiosamente coincide con i bianchi e i neri) Matteo Salvini e Giorgia Meloni si sono inventati negli anni “invasioni” mai avvenute, statistiche di crimini degli extracomunitari che non trovano nessun riscontro nelle cifre ufficiali del ministero e una “difesa dei confini” che altro non è che la versione edulcorata della “difesa della razza”. Ora la coppia del centrodestra che si finge unito non riesce nemmeno a tenere una linea comune sul loro argomento forte.

Salvini e Meloni hanno costruito la loro propaganda sulla pelle dei migranti

Da una parte c’è Giorgia Meloni (che si sente già presidente del Consiglio in pectore) che insiste con il blocco navale mentre Salvini rilancia sulla reintroduzione dei decreti sicurezza del primo governo Conte (e di cui Conte si dice pentito per averli avallati) che in parte sono già stati dichiarati incostituzionali dalla Consulta.

Ieri Giorgia Meloni su Facebook ha spiegato la sua strategia: “Uno Stato serio – ha scritto – controlla e difende i propri confini. Non mi stancherò mai di ribadire che l’unico modo per fermare l’immigrazione clandestina è il blocco navale: una missione europea in accordo con le autorità nordafricane. Solo in questo modo sarà possibile mettere fine alle partenze illegali verso l’Italia e alla tragedia delle morti in mare. È giunto il momento di voltare pagina. Avverrà il 25 settembre se gli italiani ci daranno fiducia”.

L’idea di Fratelli d’Italia è sempre la stessa: impedire alle navi l’accesso e l’uscita dai porti. Una soluzione demagogica che non trova nessun riscontro nel diritto internazionale e del mare: per l’Onu solo due Paesi in guerra possono bloccare le rispettive imbarcazioni. Meloni però fa finta di non capire e tira dritto: «Continuo a pensare che la cosa più seria da fare sia una missione europea per bloccare le partenze in collaborazione con le autorità libiche e quindi quello che si dice sul blocco navale come atto di guerra in realtà è una fake news”, ha detto ieri a Messina al mercato Vascone parlando di immigrazione.

“Probabilmente – spiega Giorgia Meloni – in Europa la richiesta di una missione europea per stabilire in Africa chi ha diritto ad essere rifugiato e distribuire solo i rifugiati, potrebbe essere più seriamente presa rispetto alla pretesa del governo italiano di fare entrare migliaia di migranti irregolari, che le altre nazioni non fanno entrare, e poi chiedere agli altri di prenderseli. Io ho fatto una proposta che mi sembra la più sensata di tutti”. E invece no. Oltre a essere insensata la proposta è giuridicamente impossibile. Però in campagna elettorale, si sa, anche le bugie rischiano di funzionare se ripetute.

Sempre a Messina, ma in piazza, contemporaneamente Salvini smentiva la sua alleata spiegando che “per il problema degli sbarchi non occorrono i blocchi, basta semplicemente riattivare i decreti sicurezza”. Anche questo ovviamente è falso: i decreti sicurezza sono incostituzionali. Del resto a Lampedusa l’hotspot è stracolmo con 1.600 ospiti.

La pigrizia della ministra Lamorgese si dimostra ancora una volta il miglior assist alla destra. Ci sarebbe poi la questione umanitaria: un’Europa che ha dimostrato come si possa organizzare con il coinvolgimento di tutti gli Stati un’accoglienza regolare in occasione dei rifugiati ucraini e che invece continua a appaltare gli africani alla violenza turca, libica e alle morti in mare. Ma questo non sembra un argomento da campagna elettorale.