In Italia oltre un milione di bambini in stato di indigenza. Save the Children: “L’emergenza sanitaria mette ancora più a rischio i minori”

Più di un milione di bambini vive in Italia in un assoluto stato d’indigenza. E l’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 non ha fatto altro che aggravare le diseguaglianze ed estendere rapidamente i confini della povertà. Lo afferma Save the Children che lancia la campagna nazionale “Riscriviamo il Futuro” per sostenere il percorso educativo di bambine, bambini e adolescenti che vivono nei contesti più deprivati. L’obiettivo dell’Ong è quello di “contrastare da subito la perdita di apprendimento, provocata dalla prolungata chiusura delle scuole, e recuperare la motivazione allo studio, per scongiurare l’abbandono del percorso scolastico”. Alla campagna hanno già aderito oltre cento nomi del mondo della cultura e dello spettacolo, della musica e del giornalismo, dell’impresa e dello sport.

“Nel nostro Paese – fa spiega Save the Children – le famiglie già in difficoltà stanno affrontando in questo periodo una situazione ancora più drammatica: chiuse le scuole, molti bambini sono rimasti indietro; senza gli strumenti e l’adeguato supporto per accedere alle lezioni online, rischiano d’ingrossare le fila dei ragazzi che non studiano e non lavorano. L’emergenza collegata alla diffusione del Covid-19 mette ancora più a rischio per le fasce più giovani il diritto a una vita dignitosa e ricca di opportunità, nonché all’istruzione, che è la chiave per interrompere la trasmissione della povertà da una generazione all’altra”. A settembre saranno quasi 8 milioni e mezzo i ragazzi che torneranno a scuola, che non sarà di certo quella di prima.

“Il Governo, il Parlamento, le Regioni e gli Enti Locali – ricorda Save the Children – sono chiamati ad affrontare una sfida storica, che deve considerare come priorità dell’agenda politica, dedicando anche il necessario investimento economico, quella di non lasciare indietro nessun bambino come conseguenza di questa emergenza sanitaria. Le scuole e le famiglie non devono essere lasciate da sole nell’affrontare questa sfida”. Da qui la richiesta rivolta alle istituzioni affinché vengano adottate misure che, sia durante l’estate che durante tutto il prossimo anno scolastico contrastino la povertà educativa e la dispersione scolastica. “A Governo e Parlamento – conclude l’Ong – chiediamo un piano straordinario per l’infanzia e l’adolescenza e l’istituzione di una unità di missione che ne garantisca la concreta realizzazione. Riscriviamo il futuro insieme alle bambine, ai bambini, alle ragazze e ai ragazzi del nostro Paese”.

Il Coronavirus ha improvvisamente privato i minori delle normali opportunità educative e scolastiche, facendo perdere motivazioni e rischiando di portarli a un pericoloso isolamento che può arrivare fino all’abbandono della scuola. Povertà educativa e crisi economica sono due fattori che si stanno pericolosamente intrecciando chiamando in causa la realtà di tantissime famiglie. Quasi 1 genitore su 7 (14,8%), tra quelli con una situazione socio-economica più fragile, ha perso il lavoro definitivamente per le conseguenze legate alla pandemia, oltre la meta’ lo ha perso temporaneamente, mentre più di 6 su 10 stanno facendo i conti con una riduzione temporanea dello stipendio. Rispetto a prima del lockdown la percentuale di nuclei familiari in condizione di vulnerabilità socio-economica che beneficia di aiuti statali è quasi raddoppiata, passando dal 18,6% al 32,3%. Si tratta di genitori che, nel 44% dei casi, sono preoccupati di non poter tornare al lavoro o cercarne uno perché i figli non vanno a scuola e non saprebbero a chi lasciarli.

“Non possiamo permettere che l’epidemia di Covid-19 in pochi mesi – spiega la direttrice generale di Save the Children Italia Daniela Fatarella tolga ai bambini e agli adolescenti in Italia opportunità di crescita e sviluppo. Dobbiamo agire subito per non privarli del loro futuro. L’educazione, formale e non, rappresenta per i nostri bambini l’ancora di salvezza per avere opportunità nel presente ma soprattutto per garantire la libertà di scegliere il proprio futuro, specie nei contesti più svantaggiati. Di fronte ad uno scenario profondamente cambiato e in presenza di sfide nuove e di lungo periodo, abbiamo deciso di incrementare il nostro intervento in Italia, facendo leva sull’infrastruttura territoriale che abbiamo sviluppato in questi anni e su preziose partnership sia a livello locale che nazionale. Il nostro Paese deve ripartire dai bambini, quelli piu’ vulnerabili”.

Dall’indagine sulle famiglie condotta da Save the Children emerge che secondo i genitori in Italia la didattica a distanza ha peggiorato il ritmo scolastico dei figli nel 39,9% dei casi. In particolare, tra i genitori in maggiore difficoltà socio-economica molti sono quelli che vorrebbero un aiuto più consistente da parte degli insegnanti (72,4%) e un accesso più semplice alla didattica a distanza (71,5%) perché ritengono le attività scolastiche più pesanti per i loro figli (63,4%), difficili (53,9%), eccessive (46,7%). Sei genitori su dieci (60,3%) ritengono che i propri figli avranno bisogno di supporto quando torneranno a scuola data la perdita di apprendimento degli ultimi mesi.

Quasi un minore su 5 ha difficoltà a fare i compiti rispetto al passato e, tra i bambini che hanno tra gli 8 e gli 11 anni, quasi 1 su 10 non segue mai le lezioni a distanza o lo fa meno di una volta a settimana: più di 4 minori su 10, infatti, vivono in abitazioni sovraffollate, privi di spazi adeguati allo studio, e il 12,3% non ha un computer o un tablet in casa per affrontare la didattica a distanza. Un genitore su 20, poi, teme che il proprio figlio perda del tutto l’interesse per la scuola. Nel rapporto, curato dall’istituto di ricerca 40 dB, su un campione di 1000 bambini e ragazzi fra gli 8 e i 17 anni e i loro genitori, che include un 39,9% del totale che è in condizioni di fragilità socio-economica per aver perso il lavoro a causa dell’emergenza Covid-19.

C’è un concreto rischio di isolamento sociale per i ragazzi che, causa l’emergenza sanitaria, non vanno più a scuola e non possono svolgere attività sportive. “La mancanza di opportunità extra scolastiche – spiega Save the Children -, l’impossibilità di fare sport, attività artistiche e di uscire con i propri coetanei rinchiude sempre di più bambini e ragazzi in un isolamento sociale: la metà dei ragazzi intervistati (51%), infatti, preferisce svagarsi navigando su internet, il 37% stando sui social e il 18% giocando online con persone che non conosce, in un mondo che ormai vive sulla rete e che spesso è popolato anche da pericoli che non possono essere sottovalutati”.

Per Save the Children, in questo contesto di grande difficoltà che si trovano a vivere famiglie e bambini, il futuro – anche quello più prossimo – rappresenta una vera incognita. Dopo lunghi mesi di lockdown, di mancanza di socialità, di assenza dalle aule per una didattica a distanza non sempre efficace da punto di vista formativo, l’estate rischia di diventare un ennesimo vuoto, mentre invece deve trasformarsi in un’occasione per recuperare apprendimento e socialità e preparare bambini e ragazzi al rientro a scuola in un nuovo scenario. “Per fronteggiare l’impatto della crisi – spiega Raffaela Milano direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the Children -, occorre avviare con urgenza e determinazione un Piano straordinario per l’infanzia e l’adolescenza, con particolare attenzione alle fasce più vulnerabili. Un piano che coinvolga attivamente tutti gli attori che operano a contatto con i bambini, dai Comuni alle scuole, dalle famiglie al volontariato e alle associazioni del terzo settore, con il coinvolgimento del mondo della cultura e dell’impresa”.