In Lombardia Bertolaso si inventa la tessera sanitaria a punti

Nell'idea lanciata dall'assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso, in Lombardia potrebbe diventare a punti anche la tessera sanitaria.

In Lombardia Bertolaso si inventa la tessera sanitaria a punti

Ai lombardi potrebbero non bastare più i punti fragola rilasciati ai possessori della carta Fidaty dell’Esselunga, o i bollini di qualsiasi altra catena di supermercato che cercano di fidelizzare i clienti con le raccolte premi. Nell’idea lanciata ieri dall’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso in Lombardia potrebbe diventare a punti anche la tessera sanitaria. A essere premiati, con “incentivi e diverse modalità di premialità”, sarebbero quei cittadini che “conducono uno stile di vita corretto e salutare”.

Nell’idea lanciata dall’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso, in Lombardia potrebbe diventare a punti anche la tessera sanitaria

“Siamo in una fase iniziale perché sapendo bene quello che succederà tra 5, 10, 15 anni credo che non bisogna essere miopi e lavorare solamente nel quotidiano ma anche nel medio termine, il che significa fare molta più prevenzione”, ha detto ieri intervenendo durante il “Forum sanità – una sanità più equa e accessibile a misura di cittadino” organizzato dalla consulta di Forza Italia ieri a Milano. Se l’obiettivo, quello della prevenzione, può essere ampiamente condivisibile, risulta difficile capire come verrebbero conteggiati i punti da accreditare sulla tessera sanitaria. Un indizio è dato da un’altra affermazione fatta ieri da Bertolaso, quando ha detto che “gli screening per quelle che sono malattie prevenibili oggi sono ampiamente sotto il 50 per cento delle persone che ne hanno diritto, noi invece vogliamo arrivare al 100 per cento perché significa garantire la salute ai cittadini e ridurre i costi della sanità”.

Ma come verrebbero decisi i punti al quale un assistito avrebbe diritto? Facciamo l’ipotesi che il punteggio più alto venga attribuito e caricato sulla tessera sanitaria di quegli assistiti che, una volta ricevuto l’avviso per lo screening periodico per la prevenzione del tumore al seno o alla prostata, diligentemente si presentano all’appuntamento e si sottopongono al test. Chi carica i punti? Il medico che esegue l’esame? E chi monitora la raccolta punti di ogni cittadino? Candidata dovrebbe essere naturalmente la società in-house Aria spa, che gestisce l’informatizzazione. Ma visti alcuni precedenti, con le falle emerse in piena pandemia, sarebbe affidabile?

L’iniziativa premia i cittadini che conducono corretti stili di vita. Ma l’assessore non spiega come

Se nel caso delle tessere fedeltà – o anche in quello della patente, dove i punti te li sottraggono in base alla gravità di alcune infrazioni commesse – un cittadino può chiedere alla cassiera o controllare autonomamente il saldo dei punti, come funzionerebbe nel caso della sanità a punti? “Dottore, ho bisogno della prescrizione dell’Eutirox 150… ah, visto che ci sono, potrebbe dirmi quanti punti ho accumulato sulla tessera sanitaria?

E sa che premi ci sono in palio?”. Non pensiamo che i medici di base, pochi e oberati, sarebbero felici di dover anche svolgere questo compito. Ma vogliamo dare una linea di credito all’assessore Bertolaso: spieghi meglio come pensa potrebbe funzionare il meccanismo della tessera sanitaria a punti e quali sarebbero gli incentivi e le premialità. Se mi mostro ligio e raccolgo punti, la prossima volta per l’esame che mi hanno prescritto non devo aspettare quattordici mesi? E se evito di recarmi in una struttura privata convenzionata, fa punteggio o penalizzazione?