In Lombardia la cacciatrice Mazzali punta all’Agricoltura

In Lombardia la cacciatrice Barbara Mazzali punta all’Agricoltura. Assessorato che gestisce pure le attività venatorie.

In Lombardia la cacciatrice Mazzali punta all’Agricoltura

In Regione Lombardia il centrodestra si nasconde dietro la geometria negli incontri propedeutici alla formazione della nuova giunta Fontana. Nei due incontri tra le delegazioni delle forze politiche che hanno sostenuto il governatore leghista alle elezioni dei 12 e 13 febbraio, la parola più usata è “perimetro”.

In Lombardia la cacciatrice Barbara Mazzali punta all’Agricoltura. Assessorato che gestisce pure le attività venatorie

I partecipanti ai due vertici, tenutisi ieri e venerdì 25 febbraio, hanno sottolineato che più che discutere di nomi, si è voluto definire il “perimetro” di ogni assessorato. Tradotto dal politichese, l’accordo sul numero dei posti in giunta ci sarebbe, ma il tentativo è quello di controbilanciare gli appetiti di tutti i partecipanti alla tavolata, spostando qualche delega da un assessorato a un altro, dosando, col misurino della spartizione, il peso specifico dei voti ottenuti da ogni aspirante a una poltrona da assessore, i rapporti di forza tra i partiti e la rappresentanza territoriale per ognuna delle dodici province lombarde.

Al primo vertice di maggioranza a Palazzo Lombardia, venerdì 25, hanno preso parte oltre al governatore, Fabrizio Cecchetti e Igor Iezzi per la Lega, Daniela Santanché per Fratelli d’Italia, Licia Ronzulli per Forza Italia, Alessandro Colucci e Vittorio Sgarbi per Noi Moderati e Giacomo Cosentino per Lombardia Ideale, la lista civica di Fontana. Dopo la riunione, a parlare è stata delegata la ministra del Turismo Santanché, che è anche coordinatrice regionale di Fratelli d’Italia.

Ed è stata lei la prima ad usare la figura del “perimetro”, che è così tanto piaciuta che domenica ha usato lo stesso termine Attilio Fontana in un incontro nel Varesotto. Vittorio Sgarbi ha fatto, in realtà, solo una rapida apparizione prima del vertice, per dirsi disponibile ad assumere l’incarico di assessore alla Cultura, ma solo “se mi pregano molto”.

Ecco lo schema delle deleghe presentato da Fontana e dalla Lega agli alleati

La sua autocandidatura crea un problema alla forza meno rappresentata nella maggioranza, quella di Noi Moderati, alla quale spetterebbe un solo assessorato, per il quale c’è in lizza l’assessore uscente all’Ambiente Raffaele Cattaneo. Lo schema delle deleghe presentato da Fontana e dalla Lega agli alleati prevede 7 assessorati a Fratelli d’Italia (compresa la vicepresidenza a Romano La Russa), 5 al Carroccio, 2 a Forza Italia e uno a testa a Noi Moderati e Lombardia Ideale (la lista a sostegno del presidente).

Nei 5 della Lega, Fontana cerca di far passare l’idea del 4+1, dove l’uno sarebbe Guido Bertolaso che verrebbe riconfermato al Welfare come “tecnico”. Se il colpo gli riuscisse, Fontana otterrebbe un doppio risultato: avere una persona di fiducia in un assessorato chiave e non violare la regola che chi gestisce la sanità in Lombardia non deve essere del partito del governatore.

Definire il perimetro, in questo caso, potrebbe voler dire uno spacchettamento che accontenti anche uno dei due pretendenti di Fratelli d’Italia alla Sanità (Carlo Maccari e Marco Alparone). Ma il vero nome in ascesa tra gli aspiranti assessori meloniani è quello di Barbara Mazzali (nella foto), che punta all’Agricoltura, assessorato tra le cui competenze rientra anche la caccia. Figlia di armieri, è già da alcuni giorni che sul suo nome si susseguono gli endorsment di associazioni di cacciatori.

Mazzali: “La caccia non è sport ma passione”

Sul sito Bighunter.it lei si descrive così: “La caccia non è sport ma passione, sin da piccola ho accompagnato mio padre armiere, nelle pianure padane con i suoi setter inglesi, ed è vivendo con lui l’emozione di una ferma su starne o su beccaccini che solo a parlarne mi vengono brividi, e ricordo la palpitazione nell’attesa del frullo di questi selvatici”. Mazzali è stata eletta a Brescia, la provincia che vanta il record di porti d’arma autorizzati per l’attività venatoria: 23.503 sui 77.658 dell’intera Lombardia. Una riserva di voti più che di caccia.