In Lombardia lo spreco corre sui treni a idrogeno

Trenord alza i prezzi dei biglietti. Tariffe per ticket e abbonamenti aumentati del 4%. Per coprire i 400 milioni buttati per acquistare treni a idrogeno.

In Lombardia lo spreco corre sui treni a idrogeno

I pendolari lombardi che dal primo settembre hanno visto il costo di biglietti e abbonamenti Trenord aumentati del 4% probabilmente lo ignorano e, se lo sapessero, magari sarebbero ancora più inferociti. Secondo Dario Balotta, presidente dell’Onlit (Osservatorio nazionale liberalizzazione infrastrutture e trasporti), l’aumento deriva anche dall’adozione dell’idrogeno per i cento chilometri circa della linea Brescia-Iseo-Edolo.

Secondo Balotta, l’utilizzo dell’idrogeno (in sostituzione del gasolio) “comporterà per Trenord costi aggiuntivi di 23 milioni di euro che verrebbero recuperati in parte proprio dall’aumento delle tariffe”. L’investimento di Trenord nell’idrogeno, secondo Balotta, è ingiustificato, visto il ridotto numero di passeggeri sulla linea interessata e la maggiore convenienza che avrebbe l’elettrificazione (ora è percorsa da treni a gasolio).

Trenord alza i prezzi dei biglietti. Tariffe per ticket e abbonamenti aumentati del 4%. Per coprire i 400 milioni buttati per acquistare treni a idrogeno

Per la consigliera regionale del M5S Paola Pollini, “l’intero progetto si fonda sulla convinzione che l’investimento sarà coperto dai fondi del PNRR. Elemento che desta non poca preoccupazione, alla luce dei ritardi accumulati in tale ambito a livello governativo. Cosa succederà se il governo fallisse gli obiettivi? Cosa succederà se un domani questi soldi non dovessero arrivare? Il rischio è quello di esporre Ferrovie Nord Milano, e di conseguenza Regione Lombardia, ad un vero e proprio salasso economico”.

“Dalla risposta di Regione Lombardia a una nostra interrogazione”, prosegue Pollini, “prendiamo atto dell’esistenza di un documento all’interno del quale vengono comparate le alternative progettuali, documento che però non viene messo a disposizione e per ottenere il quale procederemo con un ulteriore accesso agli atti”. E sottolinea come, tra le alternative progettuali, non sia stata presa in considerazione l’elettrificazione parziale “a isole a catenaria”, che consiste nell’elettrificare i tratti senza galleria e l’utilizzo della batteria nei tratti in galleria”.

La consigliera pentastellata interviene anche sui costi dell’operazione. “Riguardo all’acquisto dei 14 treni a idrogeno, Regione Lombardia se ne lava le mani dato che la decisione è stata presa da FNM e la giunta ne ha solo preso atto. Vorrei ricordare che FNM è partecipata da Regione Lombardia e gestisce un servizio vitale per i lombardi, pertanto, un loro investimento sbagliato diventa un onere economico per Regione e quindi per tutti i cittadini. In conclusione, non possiamo fare altro che ribadire i nostri dubbi sul modo in cui è stato portato avanti questo progetto e rimarcare la mancanza di trasparenza fin qui dimostrata, non solo da FNM ma anche dalla Giunta Regionale.”

Pioggia di critiche dai 5 Stelle. La linea copre appena 100 chilometri e non porterà alcun beneficio

Per Emilio Del Bono, vicepresidente del Consiglio regionale ed ex sindaco di Brescia (Pd), “la realizzazione di un servizio con treni ad idrogeno che collegherà la Valle Camonica a Brescia costerà ai lombardi quasi 400 milioni di euro senza apportare alcun beneficio né trasportistico né ambientale per i cittadini”.“Che utilità ha un treno che va ad idrogeno se ne passa solo uno all’ora?”, si chiede il consigliere dem, per il quale “il treno a idrogeno è chiaramente un’operazione di immagine e industriale, calata dall’alto e mai concertata con gli enti locali, di nessun beneficio né ambientale né di servizio, i cui risvolti vanno ancora approfonditi”. Ma non è finita qui.

“La Regione – conclude Del Bono – anziché incrementare le risorse per il trasporto pubblico locale, mentre aumenta ancora una volta le tariffe per i pendolari su ferro e su gomma, trova centinaia di milioni per realizzare un investimento del tutto irrazionale, per un servizio, costosissimo, da cinque o seimila passeggeri in un’area che conta mezzo milione di abitanti e in cui servirebbe un trasporto pubblico davvero capace di dare la svolta”.