In netto calo il numero di nuovi contagi da Coronavirus. Per il quarto giorno continuano a scendere anche i ricoveri. Rezza (Iss): “Finalmente si intravede la discesa”

Era dal 10 marzo scorso che il numero di nuovi contagi da Coronavirus non toccava un valore così basso. Ma non solo: per il quarto giorno consecutivo, continua, costante, anche il calo di pazienti ricoverati nelle terapie intensive. Sono questi i due indici – contagi e ricoveri – che fanno ben sperare, avvicinando – anche se gli esperti dicono che è presto per dichiarare vinta la battaglia contro il Covid-19 – la fase in cui il Governo potrà iniziare ad allentare le restrizioni. I malati in Italia sono 94.067 con un incremento di 880 nuovi contagi, vale a dire meno della metà di quanti se ne erano registrati lunedì (1.941). Il numero complessivo di pazienti coinvolti nell’epidemia – comprese le vittime e i guariti – è pari a 135.586.

Sono 3.792 i pazienti più gravi e ancora ricoverati nei reparti di terapia intensiva, 106 in meno rispetto a lunedì, in calo, sensibile e costante, dal 4 aprile scorso. Di questi, 1.305 sono ricoverati negli ospedali della Lombardia. Degli oltre 94mila malati, riferisce il Dipartimento della Protezione civile, 28.718 sono ricoverati nelle malattie infettive con sintomi, 258 in meno, sempre rispetto a lunedì, e 61.557 si trovano, invece, in isolamento domiciliare asintomatici o con sintomi molto lievi. Ci sono anche 1.555 guariti in più (lunedì erano 1.022), cioè il secondo incremento più alto dall’inizio dell’emergenza, che portano il totale dei pazienti ormai fuori pericolo, cioè negativizzati, a 24.392. In calo i decessi, anche se in modo meno marcato rispetto a contagi, ricoveri e guariti: 604 nuove vittime rispetto alle 636 registrate tra domenica e lunedì, per complessivi 17.127 morti.

Ai piani alti della Protezione civile e dell’Istituto superiore di Sanità c’è cautela e si naviga a vista, ma è evidente, di fronte a questi numeri, che tra qualche giorno la curva potrebbe dare una prima risposta se la decrescita registrata negli ultimi 4 giorni è il segnale che la malattia sta perdendo terreno. “Finalmente – ha spiegato l’epidemiologo Giovanni Rezza del Dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di Sanità – sembra che si inizi a vedere una diminuzione di nuovi casi: nella curva epidemica, dopo una fase di plateau, sembra esserci una discesa, la curva tende a flettere in basso. Ma aspettiamo domani o dopodomani prima di tirare un sospiro di sollievo. Speriamo di assistere ad una flessione, ma bisogna sempre tenere a mente che il virus resterà nella popolazione, non è che arriviamo a zero tra una settimana o un mese e allora tana libera tutti”. Per Rezza, nei prossimi mesi, bisognerà ingaggiare con il Covid-19 una “dura lotta” mantenendo rigorosamente in atto “tutte le misure di distanziamento sociale, perché ogni rilassamento può significare una ripresa della circolazione”.

La decisione su quali dovranno essere le prossime azioni da intraprendere, soprattutto rispetto alle misure di contenimento, spetterà al Governo sentito il Comitato tecnico scientifico. “Ci sono in corso delle valutazioni”, ha spiegato il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli. Ma anche su questo punto Rezza è cauto: “Non è facile decidere sulla base dell’incidenza dei contagi se aprire o meno una certa area geografica, ci deve essere sempre la massima cautela perché il virus continua sempre a circolare”.

Nel dettaglio (qui la mappa dei contagi): i casi attualmente positivi sono 28.343 in Lombardia, 13.048 in Emilia-Romagna, 10.704 in Piemonte, 9.965 in Veneto, 5.427 in Toscana, 3.738 nelle Marche, 3.212 in Liguria, 3.365 nel Lazio, 2.765 in Campania, 1.890 nella Provincia autonoma di Trento, 2.137 in Puglia, 1.379 in Friuli Venezia Giulia, 1.859 in Sicilia, 1.491 in Abruzzo, 1.301 nella Provincia autonoma di Bolzano, 846 in Umbria, 821 in Sardegna, 733 in Calabria, 593 in Valle d’Aosta, 265 in Basilicata e 185 in Molise.