In tutto il mondo cresce l’allarme per la diffusione del Coronavirus. Oltre 6mila i contagi in Cina e 132 i morti. Domani il rientro “protetto” degli italiani bloccati a Wuhan

Cresce l’allarme in tutto il mondo per il coronavirus 2019-nCoV. Il numero di contagi in Cina è salito a oltre 6mila casi con 132 vittime, un numero già superiore a quelli che tra il 2002 e il 2003 causò per la Sindrome respiratoria acuta grave (Sars), fermatisi a quota 5.327 nelle statistiche dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). In Italia è tornata riunirsi, anche questa mattina, la task-force costituita dal ministero della Salute. Sono state prese in esame le linee guida sul virus diffuse, nella serata di ieri, dall’Oms constatando che le misure messe in atto nei giorni scorsi dall’Italia erano pienamente rispondenti a quanto indicato.

Al di fuori dei confini della Cina “abbiamo avuto finora solo 68 casi”, ha spiegato il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, “pari all’1% del totale, e nessuno morto”. Questo “è merito degli sforzi straordinari fatti dal governo cinese per fermare la diffusione del virus”. La stragrande maggioranza dei contagiati “era stato in Cina, e solo 3 non vi erano stati” tra le 142 vittime al momento segnalate.

All’Istituto Superiore di Sanità si è tenuto, invece, un vertice tra esperti dell’Istituto, virologi, società scientifiche e tutti i professionisti coinvolti per valutare l’evoluzione scientifica del coronavirus. “Non credo che la Cina stia dando dati non completi per nascondere un problema” ha detto il direttore del Dipartimento malattie infettive dello stesso Istituto, Gianni Rezza. “Il punto – ha spiegato l’esperto dell’Iss – è che i dati sono relativi solo ai casi accertati, e questo lo faremo anche noi. Nel senso che sfuggono tutti i casi più lievi. Questo comporta una sottostima del numero dei casi. Quindi non saranno 6.000 contagiati, ma di più. Secondo i modelli inglesi, per esempio, le stime vanno da migliaia di casi ad alcune decine di migliaia. Se ci fermiamo ai dati ufficiali sottostimiamo notevolmente il numero di casi, semplicemente perché c’è una capacità limitata di intercettare tutti i casi”.

“La situazione è molto seria e non va sottovaluta – ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, nel corso della registrazione della puntata di Porta a Porta in onda questa sera -, abbiamo allestito da alcuni giorni una task force dedicata, ma non va sparso allarmismo, stiamo parlando al momento di 9 casi di contagio in tutta Europa. Vorrei che anche gli altri Paesi Ue facessero altrettanto e ci coordinassimo tutti quanti”.

Intanto l’Unità di Crisi della Farnesina, in stretto coordinamento con i ministeri della Difesa e della Salute e l’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani”, ha organizzando per domani un volo militare per rimpatriare i circa 60 cittadini italiani bloccati a Wuhan, la città da dove è partita l’epidemia. Il velivolo, previsto in partenza dall’Italia domani una volta acquisite le necessarie autorizzazioni da parte del governo cinese, raggiungerà direttamente l’aeroporto di Wuhan con a bordo personale medico specializzato, infermieri e adeguato equipaggiamento sanitario per garantire un trasporto sicuro.

All’arrivo in Italia i connazionali seguiranno un protocollo sanitario definito dal ministero della Salute. Tuttavia, ha assicurato il direttore scientifico dello Istituto Spallanzani di Roma Giuseppe Ippolito, non saranno messi in quarantena in modo automatico, ma sarà valutata la situazione caso per caso. “Neppure gli Usa lo fanno – ha aggiunto -, le autorità decideranno qual è la forma migliore di sorveglianza, che non sarà necessariamente una quarantena. Credo che nessuno pensi di ospedalizzare persone che stanno bene”.

E’ ipotizzabile, è stato avanzato nel corso del vertice al ministero della Salute, che i 60 italiani debbano trascorrere 14 giorni di sorveglianza sanitaria in una struttura militare. Una decisione definitiva in tal senso non è stata ancora presa dal ministero della Salute. Da Wuhan i cittadini italiani potranno partire solo dopo visita medica che escluda problemi, quindi solo se sani. In viaggio useranno la mascherina, e in Italia saranno in isolamento.