In Veneto 1.500 ricoverati e almeno 200 in terapia intensiva. L’allarme di Zaia: “E’ inutile fare i negazionisti. Il sistema sanitario è in crisi”. Chissà cosa ne pensa Salvini

“Ringrazio tutti per la vicinanza, non ne faccio una questione di martirio ma andiamo avanti a lavorare. E’ ovvio che a qualcuno potrà dare fastidio il fatto che si facciano delle scelte. A noi sta a cuore la salute dei cittadini, abbiamo oltre 1.500 persone ricoverate e almeno 200 in terapia intensiva, sono dati importanti, non abbiamo i picchi di marzo ma è pur vero che l’allerta sanitaria c’è ed è giusto prendere le cose per il verso giusto. E’ inutile fare i negazionisti”. E’ quanto ha detto a RaiNews24 il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia.

Il Veneto in zona arancione? “Io non contesto nulla, la salute viene prima di tutto – ha aggiunto il governatore -, ho qualche perplessità che qualcuno possa pensare che esiste un ufficio dove si mettono insieme i 21 parametri e si decide il colore della Regione. Nel Veneto vedo la necessità di garantire sugli assembramenti, è stato un fine settimana complicato, evidentemente c’è qualcuno che pensa che non ci sia un problema. Ho l’impressione che qualcuno non si renda conto che ci sono gli ospedali e un sistema sanitario in crisi qualcuno che vive un’altra realtà. La stragrande maggioranza dei cittadini in Veneto si comporta in maniera rispettosa, ma c’è ancora qualche negazionista, qualcuno che non indossa la mascherina e questi sono temi che incidono sulla diffusione del virus”.

“Dal punto di vista sociale – ha detto ancora Zaia – manca secondo me quella chiamata di popolo che a marzo abbiamo avuto, oggi sembra che il virus per alcuni cittadini non sia più un problema, ma la verità è che non è più il virus degli anziani, contagia anche i giovani, si è abbassata l’età media del contagio e siamo arrivati a 55 anni, abbiamo anche dei ragazzi ricoverati. Noi abbiamo avuto la punta di terapie intensive il 29 marzo doveva avevamo 356 pazienti, da lì si è scesi. In questo momento rispetto ad allora che facevamo 2mila tamponi al giorno e avevamo 412 positivi, ne facciamo 30mila e abbiamo 3mila positivi. Questo vuol dire che abbiamo metà positivi sui tamponi rispetto a marzo quando se ne avessimo fatti 30mila probabilmente ci sarebbero stati 6mila positivi”. Il governatore ha poi aggiunto che in Veneto vengono fatti molti tamponi rapidi che “non vengono messi nella lista del calcolo, quando si vede che il veneto fa 16-17mila tamponi al giorno si deve sommare almeno altri 10-12mila tamponi rapidi”.