Incassa, ma non investe: Autostrade torna all’autovelox. Il gruppo spiazzato dallo stop ai tutor copiati. Ma per gli affari all’estero si spendono miliardi

Incassa, ma non investe: Autostrade torna all'autovelox. Il gruppo spiazzato dallo stop ai tutor copiati. Ma per gli affari all'estero si spendono miliardi

Dai 333 tutor scopiazzati da un’azienda privata, e rimossi dopo la sentenza di un giudice, alla riesumazione di 108 vecchi autovelox. Non c’è che dire, sempre attento a cogliere occasioni di investimento miliardario all’estero, con i soldi fatti nel Belpaese grazie ai pedaggi pagati dagli italiani, il gruppo Atlantia-Autostrade non sembra brillare per inventiva all’interno dei confini italiani. Così, dopo la disastrosa vicenda giudiziaria che ha visto soccombere la società dei Benetton, accusata di aver violato il brevetto sui tutor inventati dalla Craft srl, Autostrade non riesce a fare altro che riaffidarsi a un centinaio di vecchi autovelox per controllare la velocità degli automobilisti italiani.

Il punto – Una scelta di retroguardia, soprattutto se si considerano gli incredibili affari perseguiti e messi a segno dal gruppo guidato dall’Ad Giovanni Castellucci negli ultimi mesi. Prima il miliardo di euro sganciato per comprare il 15,5% della società che gestisce il tunnel sotto la Manica. Poi l’Opa da 18 miliardi suddivisa con Acs (tramite la controllata Hochtief) per andare a conquistare le autostrade spagnole (e non solo) gestite dall’iberica Abertis. Basterebbero queste due operazioni a far capire quale potenza di fuoco i Benetton potrebbero esprimere per aggiornare strutture e infrastrutture autostradali italiane. Risorse immani che invece vengono dirottate all’estero a caccia di affari sempre nuovi. Certo è che il precedente da cui è scaturito l’obbligo di recuperare i vecchi autovelox parla praticamente da sola. Nel 2006, tanto per ripercorrerne velocamente le tappe, Craft srl aveva portato in tribunale Autostrade per l’Italia accusandola di contraffazione. Il 10 aprile scorso è arrivata la sentenza della Corte d’Appello di Firenze: il tutor installato da Autostrade è una copia contraffatta del brevetto di cui è titolare la piccola srl di Greve in Chianti. La Corte ha così ordinato la rimozione di tutti i dispostivi esistenti.

Il tentativo – A quel punto la società dei Benetton ha impugnato la sentenza davanti alla Cassazione e in attesa della decisione della Suprema Corte ha chiesto che l’esecutività della decisione venisse sospesa. Istanza però respinta dalla Corte d’Appello di Roma il 21 maggio scorso, che così ha reso immediatamente esecutivo lo stop dei tutor. Questi ultimi, per inciso, oltre a svolgere la funzione di autovelox, misurando la velocità “istantanea” al passaggio del veicolo, rilevano anche la velocità media del mezzo in un tratto di strada compreso tra due stazioni di rilevamento. Insomma, per ora Autostrade torna al passato.