Inchiesta sull’Urbanistica, Gip milanesi sul piede di guerra per le accuse di parzialità: “Creata un’immagine calunniatoria per fini politici”

I Gip milanesi contro Il Foglio che ha accusato alcuni di loro di essere "accomodanti" con la procura nelle inchieste sull'urbanistica

Inchiesta sull’Urbanistica, Gip milanesi sul piede di guerra per le accuse di parzialità: “Creata un’immagine calunniatoria per fini politici”

Sui vari filoni delle inchieste sull’urbanistica milanese ci sarebbe una parte dei Gip (giudici per le indagini preliminari) “accomodanti” con le tesi della procura e un’altra di “indipendenti”. E al primo gruppo la presidente della sezione, Ezia Maccora, avrebbe indirizzato i fascicoli sull’urbanistica. È la pesantissima accusa mossa alcuni giorni fa dal quotidiano Il Foglio (di proprietà dell’immobiliarista Walter Mainetti, proprietario anche del Gruppo Sorgente) e ripresa poi da Il Dubbio, che ha fatto infuriare i Gip milanesi. Che ieri hanno risposto per le rime.

“Un’immagine calunniatoria” dei Gip “per fini politici”

Descrivere l’ufficio Gip-Gup di Milano come diviso “tra magistrati accomodanti” con la Procura nell’inchiesta sull’Urbanistica e “magistrati indipendenti” è “un’immagine calunniatoria”, che risponde al “fine di strumentalizzare” una vicenda “per fini politici” e che dimostra “una forte dose di irresponsabilità civica”, si legge infatti in una inaudita nota firmata da tutti giudici per le indagini preliminari di Milano.

I magistrati rispondo direttamente anche alla ricostruzione del quotidiano, secondo il quale la presidente della sezione, Maccora, avrebbe convocato una riunione per “assecondare la posizione della Procura di Milano nella maxi inchiesta sull’Urbanistica”, dopo che in due provvedimenti distinti il Gip Mattia Fiorentini e la Gip Sonia Mancini avrebbero dato letture differenti sul tema della “buona fede” dei costruttori in materia di abusi edilizi e dell’affidamento implicito nella pubblica amministrazione nel rilascio dei titoli edilizi.

Fiorentini infatti aveva disposto il sequestro preventivo del cantiere “Unico-Brera”, mentre qualche giorno prima Mancini aveva dissequestrato il cantiere di viale Papiniano 48, che era stato sequestrato d’urgenza dalla Procura, pur riconoscendone le illegalità, ma sostenendo che i costruttori fossero stati “fuorviati” dal Comune di Milano.

Rispettato il principio del “giudice naturale”, grazie a un software di assegnazione

Ribadendo che “il rispetto più che rigoroso del principio costituzionale del giudice naturale precostituito per legge è assicurato, nella nostra sezione, da un sistema di assegnazione automatica dei casi mediante un apposito software, senza alcuna possibilità di interferenza” di chiunque, i gip milanesi definiscono “gravemente diffamatoria l’affermazione che l’attuale Presidente della sezione abbia mai cercato in alcun modo di interferire con il merito della nostre decisioni”.

“Le riunioni” citate dal quotidiano avvengono “periodicamente” su vari temi come “codice rossi, amministrazioni giudiziarie di beni in sequestro” e “sono previste dall’ordinamento giudiziario”. “Servono per condividere tra tutti i giudici della sezione la conoscenza maggiore e più approfondita possibile delle aree tematiche più complesse”.

“Nessuna di queste riunioni – concludono – ha mai avuto la finalità di costruire un orientamento unico nella sezione o anche solo un’aspettativa in tal senso essendo indiscusso e indiscutibile, sempre, il libero convincimento del singolo magistrato su ogni questione o singolo caso”.

Almeno 5 i Gip differenti chiamati a decidere sull’urbanistica

Il Foglio aveva anche sottolineato come quasi tutte le richieste di sequestro o di misure cautelari avanzate dai pm finiscano sul tavolo “dell’accomodante gip Mattia Fiorentini”, omettendo però di ricordare che in 3 anni di indagini sull’edilizia, si sono espressi almeno cinque “giudici diversi” e “non individuabili preventivamente, ognuno dei quali ha valutato in modo autonomo e indipendente il caso assegnatogli” fanno sapere i magistrati.

I magistrati ricordano così i casi dei colleghi

  • Daniela Cardamone (che ha riconosciuto i gravi indizi per i grattacieli Park Tower di Bluestone, parlando di profili di “eclatante illegalità” ma non ha sequestrato le torri per non danneggiare gli acquirenti terzi di appartamenti già venduti);
  • la Gip Lidia Castellucci, che ha sequestrato il cantiere della “Residenze Lac” di via Cancano (provvedimento confermato dalla Cassazione a luglio con una sentenza che dà ragione alla Procura di Milano su tutte le contestazioni di abusi edilizi);
  • il Gip Fiorentini con 3 sequestri di cantieri di cui 2, quelli del ‘Giardino Segreto Isola‘ e ‘Scalo House‘, confermati dalla Cassazione dove le difese dei costruttori hanno rinunciato a discutere il ricorso da loro presentato chiedendo di aspettare prima l’approvazione di una legge Salva Milano (poi mai approvata), e l’ultimo in attesa di riesame.

Giurisprudenza univoca anche nelle udienze preliminari

Ai sequestri cautelari si aggiungono le due udienze preliminari che sono terminate con il rinvio a giudizio di tutti gli imputati per la ‘Torre Milano‘ di via Stresa davanti alla gup Teresa De Pascale e delle Park Tower davanti alla gup, Alessandra Di Fazio e l’udienza pre-dibattimentale (udienza filtro per il rinvio a giudizio nei casi di citazione diretta a giudizio) davanti alla presidente della decima sezione penale, Antonella Bertoja, che ha respinto la richiesta di proscioglimento proprio sul tema della “buona fede” dei costruttori citando recente giurisprudenza di Cassazione. Provvedimenti, anche molto diversi fra loro, che mostrerebbero “la professionalità e l’equilibrio con i quali tutti i magistrati della sezione affrontano questi delicatissimi compiti”, concludono i magistrati.