Incognita varianti sulla ripresa. Alla fine c’è arrivato anche Draghi. Il premier: rischi per l’economia legati alle mutazioni. Ma il sequenziamento dell’indiana è partito tardi

Il monitoraggio dell'Iss sulle varianti è iniziato solo martedì. E la frenata della campagna di immunizzazione non aiuta.

Incognita varianti sulla ripresa. Alla fine c’è arrivato anche Draghi. Il premier: rischi per l’economia legati alle mutazioni. Ma il sequenziamento dell’indiana è partito tardi

“Per quanto riguarda la pandemia, rispetto alle mie Comunicazioni alle Camere del 24 marzo, il quadro epidemiologico in Italia e in generale in Europa è molto migliorato”. Così il premier Mario Draghi nelle comunicazioni alle camere in vista del prossimo consiglio europeo. “La scorsa settimana in tutta l’Ue abbiamo registrato circa 90 mila casi e ci sono stati 2.600 decessi dovuti al Covid-19 – prosegue il premier. Due mesi fa, i casi erano circa un milione a settimana e i decessi settimanali erano sei volte quelli attuali. Questo miglioramento è merito della campagna vaccinale che procede in modo spedito”.

C’è da dire però che il premier ha fatto riferimento anche alla delicata situazione economica dove “permangono alcuni rischi. Il primo è proprio la situazione epidemiologica – ha sottolineato Draghi – Sebbene in forte miglioramento, questa deve essere monitorata con attenzione. In particolare, dobbiamo tenere sotto controllo l’emergere e il diffondersi di nuove e pericolose varianti, che possono rallentare il programma di riaperture e frenare consumi e investimenti”.

“Ad oggi, nell’Unione Europea più di metà della popolazione adulta ha ricevuto almeno una dose di vaccino. In Italia – ha aggiunto il premier – la quota è quasi del 60 per cento e circa il 30 per cento della popolazione adulta ha completato l’intero ciclo di vaccinazione. I rischi legati alle varianti, e in particolare alla cosiddetta variante Delta – ha spiegato alla Camera il presidente del Consiglio – ci impongono di procedere nella campagna vaccinale con la massima intensità. Dobbiamo inoltre continuare a concentrarci sui soggetti più fragili, come i più anziani, che sono maggiormente a rischio di morte o di ospedalizzazione”.

In effetti la variante delta, anche chiamata indiana, preoccupa gli esperti. Sì, perché ha già una versione plus che comincia a impensierire. Il coronavirus Sar Cov 2 continua a evolversi per continuare a vivere contagiando più persone possibile. In India la Delta plus si sta diffondendo sempre più rapidamente. Sedici di questi casi di contagio sono stati rilevati nel Maharashtra, uno degli Stati indiani più colpiti dalla pandemia. Secondo il ministero la variante e già rilevata in nove Paesi tra cui Usa e Gran Bretagna si diffonde più facilmente della Delta e si lega più facilmente alle cellule polmonari.

Sono tre le versioni attualmente più diffuse della variante Delta, finora presente in un centinaio di Paesi e indicata con la sigla B.1.617. È comparsa in India nell’ottobre 2020, contemporaneamente a un’altra variante simile, ma meno aggressiva, la B.1.618. Nelle banche date genetiche internazionali quella che adesso è la variante Delta, secondo la terminologia recentemente introdotta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) è diventata una sorvegliata speciale, ossia una delle cosiddette Voc (dall’inglese Variant of Concern), ossia le varianti che per le loro caratteristiche destano particolare preoccupazione. Il presidente del consiglio ha inoltre parlato anche del tanto atteso green pass che “è il segno di un Paese che vuole ripartire. E in fretta”.

Tornare a una vita «normale» è il presupposto di ogni ripartenza, economa e sociale. “La situazione economica europea e italiana è in forte miglioramento. Secondo le proiezioni della Commissione europea, nel 2021 e nel 2022 l’Italia crescerà rispettivamente del 4,2 per cento e del 4,4 per cento, come il resto dell’Ue. Molti degli indicatori che abbiamo a disposizione ci indicano che la ripresa probabilmente sarà ancora più sostenuta”, ha detto il premier Draghi nell’informativa alla Camera in vista del Consiglio Ue. “La fiducia, insomma, sta tornando”, aggiunge.

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