Incubo elezioni anticipate. Renzi avverte opposizioni e minoranza Dem: “Se non passa l’Italicum cade il Governo”

Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, prova a mettere in guardia tutti: se non passa l’Italicum il Governo va a casa. Alla vigilia del voto della Camera sulla riforma della legge elettorale, mentre la minoranza Pd è ancora sulle barricate e la maggioranza del partito è impegnata nell’evitare la fiducia, il premier rinnova l’avvertimento, già adombrato la settimana scorsa alla riunione dei gruppi Pd. “Se non passa l’Italicum, credo proprio che il governo cadrà”, ha detto Renzi a Otto e mezzo su La7, per poi aggiungere: “Se il governo, nato per fare le cose, viene messo sotto allora vuol dire che i parlamentari dicono: andate a casa. Non sono per tenere poltrona aggrappata alle terga”. Martedì, ha infine precisato il premier, si deciderà sulla fiducia.

LO SCENARIO
Tra l’altro il contestatissimo l’Italicum, seppur per motivi e scopi diversi, ormai rappresenta un terreno su cui possono ritrovarsi a giocare dalla stessa parte il leader dei Cinque stelle, Beppe Grillo, e l’ex presidente del consiglio, Enrico Letta. Davvero una strana coppia. Il leader del M5s ha lanciato dalle colonne del suo blog anche la proposta di un “Aventino permanente”, qualora l’Italicum venisse approvato alla Camera. E ha invocato un interevento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Le parole di Letta, invece, lasciano trapelare piuttosto un forte attivismo politico anti-renziano. L’ex premier ha risposto ai rilievi dei costituzionalisti Augusto Barbera, Stefano Ceccanti e Francesco Clementi alla sua posizione sull’Italicum.

L’ATTRITO
I tre costituzionalisti avevano sottolineato, davanti alle obiezioni dell’ex premier, che l’Italicum prevede le stesse cose che vennero proposte dal Comitato dei Saggi voluto proprio da lui. “Esprimere dubbi sull’opportunità di approvare riforme a maggioranza risicata”, ha spiegato Letta su Facebook, “con la contrarietà di tutte le opposizioni, esterne e addirittura anche interne, è, a mio avviso, una semplice questione di buon senso”.