L’industria italiana cola a picco, nuovo crollo per la produzione

La crisi dell'industria italiana prosegue, con il 32esimo calo della produzione in 36 mesi di governo Meloni.

L’industria italiana cola a picco, nuovo crollo per la produzione

L’illusione di una ripresa è già svanita. La produzione industriale torna in negativo: a ottobre si registra un caso dell’1% rispetto al mese precedente. E il segno meno, spiega l’Istat, contraddistingue praticamente tutti i settori, con l’unica eccezione dell’energia. In affanno sono soprattutto i comparti auto, chimica e moda, ma la situazione è tutt’altro che rosea per l’intera industria italiana. Anche su base trimestrale il dato è negativo: tra agosto e ottobre il calo è stato dello 0,9% rispetto ai tre mesi precedenti. E la flessione si registra anche su base annuale, con un -0,3%.

Nei primi dieci mesi del 2025, invece, la riduzione è stata dello 0,6% rispetto al 2024. Tornando al confronto mensile, a preoccupare è soprattutto il calo dei beni di consumo (-1,8%). Il ribasso maggiore, come sottolinea Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori parlando di “ennesima prova del fatto che se le famiglie non hanno soldi, i commercianti non vendono e le imprese non producono”. Così il dato sulla produzione industriale non può che essere considerato “pessimo”, dopo il “flebile rialzo di settembre”, tanto più dopo i 26 mesi consecutivi di calo dal febbraio 2023 al marzo 2025.

La crisi infinita dell’industria italiana

Tornando ai dati, rispetto a settembre forte è il calo per i beni strumentali (-1%), mentre l’energia avanza dello 0,7%. Su base tendenziale si ha invece un aumento per i beni intermedi (+1,1%), a fronte però di un calo del 2% per i beni di consumi e dello 0,7% per i beni strumentali. Per quanto riguarda i settori con incrementi tendenziali maggiori si segnalano l’attività estrattiva (+5,2%), la metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (+2,7%) e la fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (+2,1). Le flessioni più marcate riguardano la fabbricazione di prodotti chimici (-6,6%), le industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-5,0%) e la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-4,6%).

Netto il calo anche per l’industria alimentare, con un -4,6% su settembre. La Cgil sottolinea come i dati offrano una realtà “ben diversa dalla narrazione del governo” e del ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso. E proprio il governo e il ministro vengono accusati di essere “assenti” in diversi settori chiave per l’industria italiana, come la chimica di base, l’acciaio e l’automotive. Secondo Leonardo Donno, deputato M5S, “i 32 mesi di calo della produzione industriale su 36 di governo Meloni sono l’ennesimo schiaffo alle imprese, ai lavoratori, alle famiglie” e “i disastri della maggioranza continuano ad accumularsi”.