Inizia la corsa al Premio Strega

Altri potenziali candidati al Premio Strega sono Piccolo e Cenciarelli. Difficile partecipino Ammaniti e Giordano.

Inizia la corsa al Premio Strega

Sgomberiamo subito il campo dalle – purtroppo – inutili attese: due dei nomi più autorevoli della letteratura contemporanea italiana, Niccolò Ammaniti e Paolo Giordano, difficilmente parteciperanno alla competizione. Entrambi d’altronde hanno già vinto il Premio Strega, il primo nel 2007 con “Come Dio comanda”, il secondo nel 2008 con “La solitudine dei numeri primi”.

Altri potenziali candidati al Premio Strega sono Piccolo e Cenciarelli. Difficile partecipino Ammaniti e Giordano

Il loro ritorno in libreria, com’era facilmente immaginabile, ha reso felici in tanti e non a caso sia “La vita intima” (Einaudi Stile Libero), sia “Tasmania”, stanno ricevendo ampio apprezzamento di lettori e critica. Ma, come si diceva, non dovrebbero partecipare allo Strega 2023. Anzi: Giordano fa addirittura parte del Comitato direttivo del premio e si sta parlando da settimane di un possibile futuro da direttore del Salone del Libro di Torino.

Al di là di tali esclusioni, la corsa al premio più ambito della letteratura italiana è già partita. Alla finalissima romana di giovedì 6 luglio, che tradizionalmente si tiene al Ninfeo di Villa Giulia, mancano ancora diversi mesi, eppure, come per le precedenti edizioni, tra gli addetti ai lavori si vocifera da tempo dei libri che potrebbero giocarsi la vittoria.

Due giorni fa sono stati pubblicati i primi 15 libri segnalati dagli Amici della Domenica, la storica giuria del Premio, e a partire da ora ogni mercoledì saranno pubblicati sul sito ufficiale i titoli proposti. Che potrebbero essere anche decine e decine, c’è chi d’altronde già pronostica che alla fine si potrebbe raggiungere – e superare il record di 74 titoli dello scorso anno.

Resta però la domanda che in tanti già cominciano a farsi: chi potrebbe vincere? Il nome su cui in tanti puntano – in una competizione dall’esito scontato secondo alcuni, un po’ com’è stato l’anno scorso con Mario Desiati (nella foto) – è quello di Rossella Postorino: dopo il trionfo al Premio Campiello nel 2018 con il bestseller “Le assaggiatrici” (Feltrinelli), la scrittrice potrebbe ambire a vincere la competizione con il nuovo romanzo, “Mi limitavo ad amare te”, uscito da pochi giorni con Feltrinelli.

Altro nome in lizza potrebbe essere quello di Francesco Piccolo: si vocifera che lo scrittore, che già nel 2014 vinse la competizione con “Il desiderio di essere come tutti”, punta a essere selezionato con “La bella confusione” (Einaudi), in uscita a fine febbraio. D’altronde c’è grande attesa per il suo nuovo romanzo. Così come c’è per “Rubare la notte”, nuovo libro di Romana Petri che uscirà a giorni per Mondadori.

Anche lei dovrebbe e potrebbe essere della partita. Così come dovrebbe e potrebbe esserlo, restando a Segrate, Daniele Mencarelli che dopo il successo (anche in versione serie tv per Netflix) di “Tutto chiede salvezza”, è tornato in libreria con “Fame d’aria”.

Due volumi potenti per far sì che il premio vada in casa Mondadori specie considerando che la casa editrice non vince dal 2012 (in quel caso si impose con Alessandro Piperno). Ma non è finita qui. Secondo illibraio.it più di una chance avrebbe anche Bompiani: da “Cassandra a Mogadiscio”, il nuovo libro di Igiaba Scego, all’esordio di Monica Acito, Uvaspina, entrambi in uscita a febbraio. Sullo sfondo ci sarebbe il nome di Roberto Saviano, che ha dedicato “Solo è il coraggio” alla figura di Giovanni Falcone.

Ma come per Ammaniti e Giordano, una sua presenza in gara, che di certo farebbe parlare, appare lontana. Potrebbe avere più di qualche possibilità Marsilio soprattutto con Gaja Cenciarelli e il suo “Domani interrogo” (cui dedicheremo una pagina domani). Come spesso accade, però, non è detto che alla fine non possano spuntare insospettabili outsider. In questa circostanza ci piace citare un libro su tutti, che uscirà a breve: “Vita degli anfibi” di Piero Balzoni (Alter Ego edizioni), presentato dalla casa editrice come il “racconto di una famiglia spezzata a metà, che procede incerta nel mondo come gli anfibi, capaci di procedere verso la terraferma ma restando sempre legati all’acqua che li ha generati”.

L’autore, regista e script editor per la televisione, collabora con Rai e Lux Vide. A proposito di case editrici medio-piccole un ultimo, piccolo appunto: come ogni anno, il Premio è accompagnato dalla ritrosia delle case editrici, soprattutto le indipendenti, che si sentono tagliate fuori dalle dinamiche interne, da anni oggetto di feroci critiche. Per placarle il regolamento garantisce che almeno un volume della cinquina sia legato a una casa editrice indipendente. Secondo molti un mero contentino. Per altri una speranza. Specie considerando quanto conta la vittoria del Premio Strega in termini poi di vendita.