Insinuazioni su Casaleggio. Ma ad andare in fumo è il Riformista. Il giornale: soldi da Philip Morris per pagare meno tasse. Le consulenze però erano note. E partono le querele

L’onestà è andata in fumo. Ha titolato così ieri Il Riformista riferendosi ai quasi 2 milioni di euro di Philip Morris Italia incassati dalla Casaleggio associati, società di servizi per il Movimento 5 Stelle, e aggiungendo che questa sarebbe la prova che giustificherebbe gli aiutini che i 5S avrebbero dato alla lobby del tabacco. Il giornale diretto da Piero Sansonetti ha inoltre aggiunto che il rapporto di consulenza tra la società del figlio del fondatore del Movimento e il gigante del tabacco si è sviluppato da settembre 2017 e fino all’ottobre scorso risultava andare ancora avanti e ha sostenuto che in cambio i grillini avrebbero garantito una tassazione agevolata sul tabacco riscaldato. Insinuazioni respinte da Davide Casaleggio, che ha preannunciato una querela, e dalla stessa Philip Morris: “Philip Morris non finanzia partiti, fondazioni o movimenti politici in Italia e agisce nel rispetto della legge”.

L’INTERVENTO. Il figlio del fondatore del Movimento ha sostenuto che si tratta di “teorie fantasiose” e ha specificato di aver già dato mandato ai suoi legali per procedere con una querela per diffamazione. “Affrontiamo pure il tema del conflitto di interesse – ha detto – a partire dai 120 parlamentari che possiedono un’azienda e firmano leggi”. Poi, sul presunto scambio tra gli affari conclusi con Philip Morris e le scelte dei pentastellati in Parlamento, ha affermato: “Io non firmo decreti, né voto leggi, e non ho mai fatto ingerenze. Questi sono i fatti”.

Sull’articolo del Riformista si è però ovviamente scatenata la polemica politica. “L’ho sempre detto che il M5S era tutto fumo. Ora sembrerebbe che questo fumo fosse ben pagato dalle lobby del tabacco”, si è affrettata a twittare la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. “Secondo Il Riformista – ha aggiunto l’azzurra Deborah Bergamini – la Casaleggio Associati avrebbe preso dei soldi da una delle più importanti multinazionali del tabacco per ottenere in Parlamento che fossero tagliate le tasse sulle sigarette elettroniche. Un’accusa gravissima che oltre a gettare ombre pesanti sul M5S, confermerebbe i nostri dubbi sul metodo e la trasparenza dell’esercizio democratico dei grillini, di fatto controllati da una società privata in parte sovvenzionata da soldi pubblici”.

E bordate sono arrivate pure dagli alleati di Governo. “Suggerisco a Casaleggio e ai colleghi Cinque Stelle un modo molto semplice per smentire questa ricostruzione: approvare l’emendamento a mia prima firma che prevede un rafforzamento dell’assistenza socio-sanitaria domiciliare ai più fragili finanziato dalla riduzione dello sconto fiscale di cui beneficia il tabacco riscaldato. Si tratta di una proposta a tutela della salute e del Sistema sanitario nazionale lanciata da CittadinanzAttiva insieme a un’alleanza di oltre 70 organizzazioni”, ha dichiarato la deputata Rossella Muroni, di Leu.

Ma i pentastellati non ci stanno a farsi crocifiggere. “Come sempre non abbiamo nulla da nascondere e della trasparenza abbiamo fatto uno dei nostri capisaldi. E non tutti possono dire lo stesso. Sul conflitto d’interessi – ha specificato la deputata Anna Macina – noi del Movimento non accettiamo lezioni da nessuno”. Ancora: “Visto che, improvvisamente, il tema pare stare così tanto a cuore ad alcuni, allora calendarizziamo per l’Aula subito la proposta di legge sul conflitto di interessi, sul cui testo base è confluita la pdl a mia prima firma, e approviamola nel più breve tempo possibile. Vediamo chi ci sta e chi è coerente e chi, invece, fa solo propaganda politica e mere strumentalizzazioni”.