Intesa Roma-La Valletta. Malta apre alla Alex&Co. L’Italia si ritrova a dover ospitare 68 africani anziché i soli 54 soccorsi dalla Mediterranea

Sono decine e decine i migranti che quotidianamente sbarcano sulle coste italiane senza suscitare particolare clamore. Ogni volta che all’orizzonte compare una nave di qualche Ong diventa però subito un caso e quanto accaduto con la barca a vela di Mediterranea saving humans rasenta il paradosso. Il Governo infatti ha raggiunto un accordo con Malta che sembra quasi una commedia dell’equivoco: i maltesi si faranno carico dei 54 naufraghi soccorsi dalla nave Alex e in cambio gli italiani accoglieranno 55 migranti che la Valletta spedirà nel nostro Paese. Difficile scorgere in una simile intesa qualche vantaggio. Ma si può così annunciare che in porto non è entrata un’altra nave di un’organizzazione umanitaria.

L’ASSURDO SCAMBIO. Mentre il premier Giuseppe Conte giovedì sera era a cena con Vladimir Putin gli è arrivato sul cellulare un messaggino dal suo omologo maltese Joseph Muscat (nella foto), con cui La Valletta si rendeva disponibile a occuparsi dei 54 naufraghi salvati dalla Ong Mediterranea, mandando allo stesso tempo in Italia 55 migranti attualmente ospitati a Malta. Una burla. Ma non per i due governi. Muscat ha infatti sostenuto che tale “accordo non pregiudica la situazione in cui questa operazione ha avuto luogo e in cui Malta non ha alcuna responsabilità legale, ma fa parte di un’iniziativa che promuove uno spirito europeo di cooperazione e buona volontà tra Malta e l’Italia”.

E i gialloverdi sembrano a loro volta soddisfatti per non essersi dovuti piegare a un’altra Ong. Insomma il solito dito utilizzato per cercare di nascondersi. Tra l’altro mentre sulla nave Alex le condizioni sono difficilissime, con volontari e migranti stipati all’inverosimile, sotto un sole cocente e senza poter raggiungere autonomamente Malta, visto che in un tale stato basterebbe un’onda a far finire tutti in mare.

LA BEFFA. A rendere ancor più assurda l’intera vicenda, ieri è intervenuto poi un particolare che suona come un’ulteriore beffa per Roma. Dalla nave ferma davanti all’isola di Lampedusa, tredici naufraghi sono stati infatti fatti scendere e portati a terra da una motovedetta della guardia costiera. Si tratta di quattro donne incinte, quattro figli piccoli, due papà, due accompagnatrici e un bambino di undici anni senza parenti. Un’evacuazione medica disposta dalla Capitaneria di porto per stato di necessità, avendo i tredici bisogno immediato di cure. Con il risultato che l’aiuto di Malta finisce con Roma costretta a farsi carico di 68 migranti anziché di 54 come sarebbe accaduto se, senza il solito tira e molla, la nave della Ong fosse stata fatta entrare in porto.

ALTRE GRANE. I problemi per la politica di chiusura dei porti portata avanti dal ministro Matteo Salvini non sono inoltre legati soltanto alla nave Alex. Hanno infatti fatto rotta verso l’Italia anche la Open Arms della organizzazione umanitaria spagnola Proactiva Open Arms e la Alan Kurdi della tedesca Sea Eye. Senza contare che se il governo libico andrà avanti nel ricatto all’Europa, chiudendo i centri di detenzione per migranti e liberando le migliaia di africani bloccati in quelle strutture, per l’Italia arriverà la vera invasione e sarà necessario un accordo serio con l’Europa. Anche se il precedente dell’intesa con Malta sulla nave Alex non sembra proprio lasciare ben sperare.