Intramontabili alla riscossa. Il ritorno del tesoriere di Letta jr, con una super poltrona all’Agcom

di Stefano Sansonetti

Una nomina passata praticamente inosservata. Complici i bagordi di Pasqua e Pasquetta, ai radar è sfuggita un’operazione che porta dritta all’Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Qui il consiglio della struttura, guidata da Angelo Marcello Cardani, ha nominato all’unanimità il nuovo segretario generale. Di chi si tratta? Di Riccardo Capecchi, profilo molto vicino a quello dell’ex premier Enrico Letta. Il legame tra i due risale nel tempo. Ma tra i tanti esempi che si possono fare, basti ricordare che Capecchi è stato tesoriere di Vedrò, il think tank lanciato all’epoca da Letta per contribuire a sfornare nuove idee per il sistema Pese. E qui tornano alla mente alcune disavventure dell’allora “cerchio magico lettiano”. Capecchi, senza essere indagato, fu oggetto di perquisizioni da parte della Guardia di finanza che indagava sul Consorzio Venezia Nuova, quello che ha in mano la costruzione del Mose. Lo stesso Consorzio che aveva a più riprese finanziato il pensatoio.

IL CONTESTO. Fu uno degli episodi che poi portò alla chiusura del think tank, peraltro in un momento in cui Letta era già diventato premier. L’emersione di diversi gruppi di finanziatori, come Gtech-Lottomatica, Sisal, Eni, Enel, Autostrade e via dicendo, consigliò all’entourage dell’allora presidente del consiglio di optare per la chiusura del pensatoio. All’interno del quale Capecchi, il cui ultimo incarico è stato Ad di Poste Energia, agiva come una sorta di “fund raiser”. Secondo alcune suggestioni giornalistiche l’allora tesoriere di Vedrò era una sorta di Marco Carrai lettiano, facendo riferimento a uno dei più stretti collaboratori dell’attuale premier Matteo Renzi. Ma nel passato di Capecchi c’è anche la disavventura del volo sull’aereo di Stato che dal Gran Premio di Monza nel 2007 aveva riportato a Roma gli allora ministri della giustizia e dei beni culturali, rispettivamente Clemente Mastella e Francesco Rutelli.

L’EPISODIO. In quel momento il futuro tesoriere di Vedrò era un funzionario di palazzo Chigi, collaboratore dell’allora sottosegretario Enrico Letta. Fu il sito Dagospia a rivelare che sul quel velivolo aveva viaggiato anche Capecchi. Il quale, in una lettera inviata successivamente allo stesso sito, si disse “certo di non aver commesso alcun illecito o violazione di legge, ma consapevole tuttavia di aver compiuto una leggerezza”. Per questo, concluse, “ho già ritenuto opportuno rimettere in modo irrevocabile il mio incarico presso la Presidenza del Consiglio”. Sta di fatto che adesso Capecchi si ripropone diventando segretario generale dell’Agcom. Poltrona burocratica, non molto visibile ma strategica, dalla quale dipende tutta la macchina amministrativa dell’Autorità. C’è chi dice che Capecchi ha coltivato rapporti con il giglio magico. C’è chi fa notare che forse è una delle tante prove di come Enrico Letta stia lavorando per riprendersi spazio (nelle scorse settimane è stato nominato advisor di Eurasia Group). Qualunque sia la lettura, di sicuro Capecchi è ritornato all’incasso.

Twitter: @SSansonetti