Israele si prepara a entrare nel cuore di Gaza City. Secondo fonti militari, l’Idf ha schierato centinaia di carri armati, mezzi corazzati e bulldozer lungo il confine nord della Striscia per l’avvio della manovra denominata Carri di Gedeone 2. L’operazione, che sarà guidata dalle unità di fanteria regolari con il supporto delle brigate già presenti intorno alla città, si preannuncia lunga e complessa: i generali stimano almeno tre o quattro mesi di combattimenti.
L’obiettivo è la conquista completa di Gaza City, dove migliaia di miliziani di Hamas restano trincerati sia nel centro urbano che nei campi di sfollati attorno ad al-Mawasi. Secondo le valutazioni dell’esercito, il movimento islamista non ha alcuna intenzione di arrendersi, rendendo prevedibile una fase di scontri intensi.
Parallelamente, nelle ultime ore l’Idf ha emesso diversi avvisi di evacuazione rivolti ai civili palestinesi. Il portavoce militare Avichay Adraee, in un messaggio pubblicato in arabo, ha annunciato che “l’esercito colpirà presto” alcuni edifici della città a causa della “presenza di infrastrutture terroristiche di Hamas”. Tra i bersagli designati figurano la Unknown Soldier Tower nell’area portuale e altri grattacieli già colpiti nei quartieri di Tel al-Hawa e Rimal, come la Mahna Tower e l’edificio Al-Kawthar.
Israele prepara l’occupazione di Gaza City: carri armati al confine e nuovi avvisi di evacuazione
La popolazione civile è stata invitata a spostarsi verso sud, nella zona umanitaria di Muwasi. Tuttavia, le condizioni restano drammatiche, con migliaia di sfollati già costretti a vivere in tende e rifugi improvvisati.
A complicare ulteriormente la situazione, fonti palestinesi hanno riferito che Hamas avrebbe spostato diversi ostaggi in superficie, sistemati in case o tende, proprio per scoraggiare l’esercito israeliano dal colpire alcune aree strategiche della città. Tra loro vi sarebbe anche Guy Gilboa-Dalal, il giovane israeliano già comparso in un recente video di propaganda diffuso dal movimento.
La crisi sul terreno si intreccia con le pressioni internazionali. Oltre ottanta organizzazioni non governative europee, tra cui Oxfam e la Lega dei diritti dell’uomo, hanno lanciato oggi un appello a Stati e imprese affinché interrompano ogni forma di commercio con le colonie israeliane nei territori occupati. Nel rapporto pubblicato, intitolato Commercio con le colonie illegali, le ong accusano aziende come Carrefour, Barclays e Siemens di contribuire indirettamente alla colonizzazione israeliana e alla crisi umanitaria in corso.