Italia arancione o rossa. Il dilemma del Governo. Non c’è accordo sul Dpcm di Natale. Conte: “Dobbiamo arrivare a gennaio in condizione di massima resilienza”

Ancora nessuna fumata bianca dai palazzi del governo. La riunione tra il premier Giuseppe Conte e i capi delegazione per le misure restrittive nei giorni di festa è durata tutto il pomeriggio. Ma l’accordo arriverà probabilmente solo oggi. I ministri Dario Franceschini, Francesco Boccia e Roberto Speranza si battono per misure da “zona rossa” dal 24 dicembre al 6 gennaio, mentre è più prudente la linea del premier, sostenuto dal Movimento 5 Stelle, nel volere un intervento più limitato. Ma aggiunge: “Stiamo lavorando per cercare di rinforzare il piano natalizio. Le misure stanno funzionando fin qui ma ci stanno preoccupando quelle situazioni di assembramenti dei giorni scorsi. Faremo qualche intervento aggiuntivo”.

La discussione è incentrata sulle eventuali chiusure nei giorni festivi e prefestivi ma anche su cosa disporre per ristoranti e bar. Al momento le certezze sono poche: il parere del Comitato tecnico scientifico (Cts) e la linea scelta dal vertice con le Regioni. Il primo, in verità, non lascia dormire sonni tranquilli. Non tanto per quanto messo nero su bianco martedì a fine riunione, quanto per non esser riusciti nemmeno i tecnici ad avere una linea comune. Ma neanche le Regioni sembrano essere tutte d’accordo anche se in molte hanno chiesto una linea più dura. Il presidente del Veneto Luca Zaia, insieme ai rappresentanti di Lazio, Friuli-Venezia Giulia, Molise e Marche, ha chiesto la zona rossa per il Natale. “Nel periodo delle festività servono restrizioni massime, se non le fa il governo le facciamo noi“.

Certo è che in queste ore nessuno vorrebbe stare nei panni del premier Conte che cerca un equilibrio tra la linea dura del Pd e le esigenze di chi chiede un giro di vite meno stringente. Ad esempio un’Italia arancione, magari con alcuni provvedimenti ad hoc: è la soluzione preferita dal M5S. Per la linea morbida è Italia viva, che però non partecipa nemmeno alla riunione dei capidelegazione a causa di impegni istituzionali a Bruxelles. “Sulle ulteriori misure da adottare il partito sosterrà lealmente la posizione del governo, purché si decida tempestivamente e si diano ai cittadini regole chiare“, annunciano fonti di Iv.

Ricapitolando. Pd e LeU chiedono la zona rossa per tutto il periodo delle vacanze o quanto meno per i giorni festivi e prefestivi: quindi dal 24 al 27 dicembre, dal 31 dicembre al 3 gennaio e per l’Epifania. Sarebbero nove giorni su 14 in cui negozi e locali resterebbero con le serrande abbassate. Il M5S vorrebbe qualche “ritocchino” meno pesante, mentre Iv è per la linea più morbida. L’altra ipotesi è un’Italia tutta arancione. Oppure, come ultima opzione, si valuta la possibilità di decidere la zona rossa solo per i giorni festivi: un’idea però ritenuta troppo complessa da mettere in atto. Intanto il Senato ha approvato la mozione di maggioranza sugli spostamenti tra i comuni nei giorni delle festività natalizie.

Ma quale sarebbe la differenza tra le varie opzioni al vaglio? Con la zona rossa verrebbero applicate le misure più restrittive: uscita di casa solo con valida motivazione, la chiusura di bar, ristoranti e negozi. Sarebbe vietato spostarsi da un Comune all’altro, nonché uscire od entrare nella Regione. Tornerebbe, poi, l’autocertificazione anche per gli spostamenti all’interno di una città. In caso di zona arancione, invece, i ristoranti e bar resterebbero chiusi per tutta la giornata. I negozi invece sarebbero aperti. La circolazione all’interno di un Comune sarebbe consentita ma verrebbe vietato lo spostamento dal proprio Comune di residenza, domicilio o abitazione. In fine, anche in questo caso, sarebbe vietato entrare o uscire dalla Regione.

“Stiamo lavorando in queste ore, ci siamo confrontati per rinforzare il piano natalizio, c’è stata ulteriore interlocuzione con gli esperti che ci hanno consigliato qualche opzione aggiuntiva per arrivare a gennaio in condizione di massima resilienza” ha detto Conte, in serata, ad Accordi&Disaccordi. “Le misure stanno funzionando – ha aggiunto il premier – ma hanno preoccupato anche gli esperti gli assembramenti dei giorni scorsi. Qualche intervento aggiuntivo lo faremo visto che si sta parlando di passare le festività come ogni anno e non c’è lo possiamo permettere. Al tavolo oggi non c’era Italia Viva, perché la ministra Bellanova era impegnata a Bruxelles, in sostanza abbiamo fatto delle ipotesi ma dobbiamo ancora lavorare”.

“Purtroppo – ha detto ancora Conte – questo virus non è facile controllarlo. In estate eravamo con un Rt prossimo allo zero e nonostante ciò è scoppiata una seconda ondata, anche se prevista. Gli esperti ci dicono che c’è una probabilità di una terza ondata per questo dobbiamo intervenire, anticipare perché abbiamo segnali di pericolo di una terza ondata che dobbiamo evitare, nessuno ha una palla di cristallo”.