L’Italia è zona protetta. Stretta del Governo per sconfiggere il Coronavirus. Da oggi in vigore il nuovo decreto. Conte: “Un dovere difendere la salute”

Tutta l’Italia diventa “zona protetta”. Da questa mattina. L’annuncio arriva in serata dal premier Giuseppe Conte dopo un vertice con gli alleati. Il provvedimento è battezzato “Io resto a casa”. Gli spostamenti saranno possibili solo per motivi di lavoro, necessità o salute. Stop alla movida: vietati gli assembramenti pubblici. Stop alle manifestazioni sportive e alle scuole e università fino al 3 aprile (ecco il testo del decreto). “Sulle misure c’è il plauso delle Regioni, ho informato il Colle”, dice il premier. In giornata le polemiche del fine settimana avevano ceduto il passo a un clima più sereno. Nel segno della collaborazione e dell’unità, auspicate a più riprese dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. E’ in questo contesto che si diffonde la notizia che, oggi in mattinata, Conte incontrerà le opposizioni. Che ieri sera ha provveduto a informare sulle nuove disposizioni.

Un comunicato della Lega informa che Matteo Salvini ha sentito il presidente del Consiglio per fissare un incontro in cui “valutare iniziative per fronteggiare l’emergenza con spirito collaborativo”. Ma per il Capitano è un primo passo ma non basta: servono 70 miliardi. “Con responsabilità e spirito di collaborazione abbiamo lavorato a un piano da 30 miliardi per difendere cittadini, famiglie e imprese messe in ginocchio dall’emergenza coronavirus”, dichiara il numero uno di FdI, Giorgia Meloni. Domani una Camera e un Senato a ranghi ridotti per le misure anti-virus (350 i deputati, 161 i senatori quasi tutti del Sud e del Centro) voteranno lo scostamento al deficit programmatico, necessario al governo per varare il decreto che inietterà nuove risorse nell’economia per ridare sollievo a famiglie e imprese.

Il disco verde alle Camere deve avvenire a maggioranza assoluta dei suoi membri (315 alla Camera, 161 al Senato). E, secondo le previsioni, tanto da Montecitorio quanto da Palazzo Madama arriverà un via libera unanime all’aumento del deficit. E, forse, anche il sì alla manovrina. In cambio di questa “solidarietà” le opposizioni chiedono di allargare i cordoni della Borsa e di nominare (soprattutto FI insiste ma anche Iv) un commissario ad hoc per l’emergenza. Per le opposizioni è una via per commissariare Conte. Ma il premier non cade nella trappola e apre a una figura di “coordinamento per l’approvvigionamento di macchinari e attrezzature sanitarie” da affiancare magari al capo della protezione civile.

Per quello che riguarda le risorse non è escluso che il deficit salga dal 2,2% a oltre il 2,5% previsto sinora. Il governo potrebbe arrivare al 2,8% e mettere sul tavolo cioè oltre 10 miliardi, rispetto ai 7,5 indicati fin qui. Ma non subito. Mercoledì potrebbe chiedere quanto previsto e in un secondo momento avanzare una nuova richiesta. “Ci stiamo ragionando”, dice Conte. Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri avrebbe già avviato una nuova interlocuzione con Bruxelles per uno scostamento maggiore. Conte, oggi pomeriggio, in una conference call prevista con i leader europei porterà sul tavolo l’emergenza economica italiana. “In questi giorni ho ripensato ad alcune vecchie letture, a Winston Churchill. Questa è la nostra ‘ora più buia’. Ma ce la faremo”, incoraggia Conte.