Italia-Germania

di Gaetano Pedullà

Italia – Germania non è più la partita di una volta. Ha voglia Renzi di tirare in porta il missile delle riforme o il pallonetto dei conti pubblici sotto controllo. La Merkel prende tutto e il risultato resta lo stesso di inizio partita: zero a zero e ognuno con i punti che si merita in classifica: i tedeschi in testa e noi in coda. L’aiutino, in sostanza, non c’è stato e a parte i complimenti al bomber e l’ammissione della cancelliera di esser rimasta molto colpita, alla fine dai nostri guai dobbiamo tirarci fuori da soli. Nessuna deroga, nessuna apertura su un possibile allentamento di quei vincoli che ci strozzano. L’Europa dei conti e delle cancellerie prospera come e più di sempre. Continuiamo a illuderci che l’Europa sia anche solidarietà, interessi comuni, opportunità per tutti. Teniamoci un euro che vale il 40 per cento più del dollaro, costringendo le nostre imprese manifatturiere a produrre al minimo mentre l’industria americana galoppa e la disoccupazione a stelle e strisce è scesa al 7 per cento. Con 40 giovani disoccupati su cento, come si fa in Italia ad accettare i luoghi comuni di vertici come quello di ieri? Come si fa a non essere euroscettici? Come si fa ad accontentarsi di slogan affascinanti, ma senza nessuna concretezza dietro, come l’avvio di un nuovo rinascimento? Mentre le aspettative per le promesse del nostro premier godono ancora del beneficio dell’attesa, le aspettative suscitate dall’Europa si sono infrante da tempo in un muro di sogni infranti. Ha fallito la moneta comune, certo, ma ancor di più ha fallito un progetto lasciato forse nona a caso a metà. Chiedere a Mosca, giusto per capirci, quanto stanno tremando dopo l’avvio delle sanzioni Ue per l’esproprio della Crimea all’Ucraina. Questa Europa è un catalogo di foto opportunity e vertici con inutili strette di mano. Dietro le foto però pesce grosso mangia pesce piccolo. E dal faccia a faccia con la Merkel Renzi non è uscito come un gigante.