L’Italia raddoppia i caccia Eurofighter in Romania. Il generale Goretti: “Siamo a meno di venti miglia dal confine ucraino. Basta niente per sconfinare e trovarci in guerra”

Il capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica, Goretti: "Dobbiamo prestare attenzione nella nostra attività di difesa aerea".

“Ho autorizzato il raddoppio dei nostri Eurofighter in servizio con la Nato in Romania: siamo a meno di venti miglia dal confine ucraino. Dobbiamo prestare attenzione nella nostra attività di difesa aerea: basta niente per sconfinare e trovarci in guerra”. È quanto ha detto il generale Luca Goretti, capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, in audizione alle commissioni Difesa parlando della crisi in Ucraina.

“Per questo – ha detto ancora il generale Goretti – dico ai miei equipaggi che mai come ora ogni cosa deve essere fatta secondo le regole. Non bisogna mai farsi prendere dalla foga di vedere cosa c’è. Potrebbero esserci tentativi di farci entrare in territorio ucraino e sarebbe la fine”.

Il capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica: “Dobbiamo prestare attenzione nella nostra attività di difesa aerea”

“Avere uno strumento aerospaziale pronto – ha sottolineato Goretti – è un elemento chiave per fronteggiare le aggressioni. Le prime richieste dell’Ucraina sotto assedio sono state infatti più aerei da caccia e no fly zone. L’impiego del potere aerospaziale è determinante. Noi abbiamo 170 militari in Romania per la difesa dello spazio aereo Nato”.

“Ogni operazione bellica – ha proseguito il capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica – deve ‘pulire l’aria’ in maniera tale che chi arriva sul terreno non trovi contrasto. L’abbiamo visto in Ucraina, dove sono stati colpiti siti del sistema antiaereo. Serve sempre un ombrello protettivo, ecco perché l’Aeronautica arriva sempre per prima. La Nato per prima cosa ha messo in campo tutti gli aerei per coprire il territorio: questo è un deterrente”.

Goretti ha poi lamentato come il pensiero di poter vivere in pace abbia portato alla “riduzione drastica dei velivoli in dotazione, anche per l’erronea convinzione che un maggiore livello tecnologico possa compensare una sempre minore quantità”. “Siamo così passati in 20 anni da 842 a 500 aerei, di cui meno di 300 con funzioni combat. Un dimensionamento attendista della forza è sbagliato e la storia ce lo sta ricordando in questi giorni con cruda evidenza” ha detto ancora il capo di Stato Maggiore dell’Ami.