L’Italia si mette in regola, stretta sulle frodi Ue. Pene più severe per chi compie raggiri. Così l’Europa non ha più scuse da accampare per tirare al ribasso sugli aiuti comunitari

Questa volta Bruxelles non ha più alibi per continuare a tirare sugli aiuti necessari all’Italia. Il Governo ha approvato un decreto legislativo di attuazione della direttiva europea 2017/1371, relativa alla lotta contro la frode che lede gli interessi finanziari dell’Unione mediante il diritto penale. Troppe volte, più o meno esplicitamente, i cosiddetti Paesi frugali e non solo hanno sostenuto che concedere troppo a Roma era sbagliato perché quelle somme sarebbero andate perse.

Su proposta del ministro per gli affari europei Vincenzo Amendola (nella foto) e del ministro della giustizia Alfonso Bonafede, il Consiglio dei ministri ha ora varato il provvedimento, garantendo, per le condotte fraudolente più gravi nel settore finanziario, la tutela degli interessi finanziari dell’Unione. Il decreto modifica la disciplina dei reati tributari sulla responsabilità amministrativa delle società per i reati commessi dalle persone fisiche nel loro interesse o vantaggio. Verranno così punite anche le ipotesi di delitto tentato per i reati fiscali che presentano l’elemento della transnazionalità.

Ampliato il catalogo dei reati tributari per i quali è considerata responsabile anche la società, includendovi la dichiarazione infedele, l’omessa dichiarazione e l’indebita compensazione, ed estesa la responsabilità delle società anche ai delitti di frode nelle pubbliche forniture, al reato di frode in agricoltura e al reato di contrabbando. Infine giro di vite sulla corruzione, includendovi i casi in cui siano sottratti denaro o utilità al bilancio dell’Unione.