L’Italia torna padrona del suo mare. Traguardo tagliato dopo 26 anni. Via libera della Camera alla proposta della M5S Di Stasio. “Una legge che tutela sovranità e interessi nazionali”

Altroché gli slogan sovranisti dell’opposizione. Tra il dire e il fare, come si suol dire, c’è di mezzo il mare. Ed è proprio sulla sovranità del mare che, con un ritardo di ben 26 anni, è stato posto rimedio. “Compiamo un grande passo: oggi votiamo alla Camera l’istituzione di una Zona Economica Esclusiva, il provvedimento poi passerà al Senato per l’approvazione finale ma non ci saranno intoppi. A breve anche noi avremo una Zee e lo dobbiamo in primis al nostro impegno”. Così esulta Iolanda Di Stasio, la parlamentare del Movimento cinque stelle, che ha presentato la pdl sulle cosiddette Zee (Zona economica esclusiva), che ha ottenuto oggi il voto favorevole dell’Aula della Camera. In questo modo si porrà rimedio a un provvedimento che l’Italia attendeva dal 1994, data in cui la Convenzione ONU sul Diritto del Mare (firmata a Montego Bay nel 1982) è entrata in vigore.

Onorevole, cosa comporta questa legge?
L’Italia si dota di uno strumento giuridico che consentirà al governo di gestire e sfruttare in maniera esclusiva le risorse naturali e minerarie presenti entro 200 miglia dalle coste italiane, o comunque entro i confini che reciprocamente stabiliremo nei vari negoziati con i Paesi adiacenti e frontisti.

Ne godrà, dunque, soprattutto il settore ittico?
Assolutamente sì. La Zona Economica Esclusiva ci aiuterà a tutelare i diritti dei pescatori italiani, che spesso vedono vanificato il proprio lavoro a causa delle battute di pesca illegali condotte da imbarcazioni provenienti da aree diverse dal Mar Mediterraneo, e allo stesso modo avremo l’esclusività sul processo decisionale per lo sfruttamento delle risorse minerarie, dunque dei giacimenti di idrocarburi presenti al largo, limitando le attività estrattive di Stati limitrofi a ridosso delle nostre coste. È dunque una legge che va a tutelare, oltre alla sovranità e all’interesse nazionale italiano nel Mediterraneo, anche tutto l’indotto economico delle nostre comunità costiere.

Non c’è rischio di trivellazioni in mare?
Il MoVimento è contro le trivelle, da sempre. La ZEE fornisce anzi la possibilità di installare delle piattaforme artificiali al largo, che vengono utilizzate per scopi scientifici e di ricerca, in virtù dell’importanza della tutela del patrimonio di biodiversità che abita il nostro mare, in un’ottica di salvaguardia del paesaggio marino e costiero. È dunque una proposta di grande peso, quella della ZEE, avanzata con un altro importante obiettivo: avviare e consolidare, all’interno delle istituzioni, un processo politico e decisionale che tenga conto del mare che ci circonda molto di più rispetto al passato.

In quanto alla tutela della nostra sovranità, verrebbe da dire che c’è chi fa solo parole e chi invece i fatti….
Come al solito, mentre qualcuno gridava alla svendita del nostro mare noi eravamo al lavoro per dotare il Paese di uno strumento normativo che andasse a tutelare gli interessi nazionali.