Italicum, opposizioni all’ultima resistenza si appellano a Mattarella e alla Consulta. E minacciano il referendum

E ora le opposizioni sono pronte a fare la guerra all’Italicum. Forza Italia e Movimento Cinque Stelle chiedono al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di non firmare la nuova legge elettorale e rimandarla alle Camere. Ma a quanto pare nulla di tutto ciò accadrà. E già nella giornata odierna Mattarella potrebbe firmare l’Italicum approvato ieri dalla Camera. Dal Colle non una parola, il Capo dello Stato ha mantenuto un atteggiamento super partes. Per questo le opposizioni sperano che la Consulta possa bloccare la nuova legge elettorale. Renato Brunetta è convinto dell’incostituzionalità dell’Italicum. Non lo è affatto il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi: “Abbiamo dato una buona legge al Paese, una legge che funziona e che non ha limiti. Una legge che ha una grande differenza politica con il Porcellum: l’Italicum è costituzionale e funziona, la legge voluta da Berlusconi no”.

LA TERZA STRADA
Si dicono pronte a tutto le opposizioni. E allora se non dovesse andare a buon fine il discorso della presunta incostituzionalità Brunetta & co. si dicono pronti a raccogliere le firme per un referendum abrogativo. Ipotesi al vaglio anche di Movimento 5 Stelle, Sel e Lega. Insomma verrebbe a crearsi uno strano asse che fa sorridere la Boschi: “Saranno i cittadini a decidere, io non sono preoccupata, sarà divertente vedere come si coalizzeranno Salvini con Vendola”.

L’ARMA DEL VOTO
Matteo Renzi parla di promessa mantenuta. Sulla legge elettorale il premier ha forzato la mano e ha avuto ragione ancora una volta. Mettendo all’angolo il suo partito, che ne esce spaccato nella sua minoranza, e pure le opposizioni a cui però nemmeno conviene il voto anticipato. Quel voto che ora potrebbe esssere più vicino rispetto alla data prefissata del 2018. L’Italicum non entrerà in vigore prima del 1 luglio 2016, ma intanto il segretario del Pd segna un nuovo punto a suo favore. Tutti i sondaggi parlano di un Pd avanti incontrastato. Circostana che permetterà al Presidente del Consiglio di alzare il tiro anche sulle prossime misure allo studio del Governo. Vale a dire o si fa come dice Renzi o tanto vale andare alle urne. Il premier sull’Italicum ha stravinto. Chi davvero ne esce fortemente ridimensionata è la minoranza del Pd, contro cui Renzi non ha intenzione di prendere alcun provvedimento punitivo per il mancato sostegno. In effetti i vari Bersani, Cuperlo e Civati hanno fatto già da sé mettendosi all’angolo direttamente e assistendo inerti al successo di Matteo. Al di là dell’Italicum fonti vicine al Pd parlano di una volontà di ricucire anche da parte di molti che hanno detto no all’Italicum. Ovviamente non Fassina e Civati che dissentono su tutta la linea del segretario. Che, però, ha vinto anche ieri sulla legge elettorale.