Ius scholae, Conte sfida Tajani: “Vediamo se fa sul serio o sono solo chiacchiere”

Tajani rilancia il tema dello Ius scholae e il leader M5s, Giuseppe Conte, lo sfida: "Vediamo se sono solo chiacchiere".

Ius scholae, Conte sfida Tajani: “Vediamo se fa sul serio o sono solo chiacchiere”

Un invito che suona un po’ come una sfida. Sullo Ius scholae è il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, a incalzare il vicepresidente del Consiglio, Antonio Tajani. Proprio il leader di Forza Italia ha rilanciato oggi il tema e ora Conte accoglie positivamente questa apertura (insieme a quella di Carlo Calenda), chiedendosi se, però, stavolta si voglia fare sul serio.

Conte provoca Tajani sullo Ius scholae

Il presidente pentastellato ricorda come lo Ius scholae sia “la soluzione che il M5s propone da anni. Vediamo se sono solo chiacchiere, come è già successo nella scorsa estate – quando gli annunci di Tajani si rivelarono diversivi da ombrellone – o se finalmente si vuole fare sul serio: le proposte – a partire da quella che porta le nostre firme – sono depositate in Parlamento e la maggioranza ha i mezzi per far partire subito il loro esame”.

Secondo Conte, “avviare una discussione sullo Ius scholae e arrivare all’approvazione di un testo serio e di vero cambiamento per una reale integrazione è il modo migliore per offrire al Paese una riforma di civiltà e dare seguito alle intenzioni di tutti coloro che si sono pronunciati sul quesito referendario”.

L’apertura di Tajani e il no della Lega

Il tema era stato rilanciato oggi proprio da Tajani: “Il risultato del referendum ha dimostrato che avevamo ragione: 5 anni sono pochi, noi diciamo che siamo per concedere la cittadinanza dopo 10 anni di scuola con profitto. Abbiamo presentato una proposta di legge perché per noi la cittadinanza è una cosa seria, una parte della legge è stata recepita dal governo e abbiamo posto fine agli imbrogli che accadevano nei consolati. La nostra proposta è seria, noi andiamo avanti, sullo Ius scholae bisogna andare avanti. La legge è giusta”.

Tajani poi rivendica la sua posizione nella maggioranza, che la vede diversamente da lui sul tema: “Non devo chiedere il permesso in Parlamento per presentare una legge. In politica si discute: io non do ordini, ma nemmeno li prendo”. Parole accolte positivamente dal leader di Azione, Carlo Calenda, che si dice pronto a votare in Aula questa proposta: “E così dovrebbe fare la sinistra, se veramente fosse interessata alla questione della cittadinanza”.

Ben diversa la posizione della Lega che, con la vicesegretaria Silvia Sardone, ritiene che i risultati del referendum sulla cittadinanza abbiano chiuso “definitivamente ogni spiraglio per l’introduzione dello Ius soli e dello Ius scholae”. “Non solo – continua Sardone – il quesito non ha portato gli italiani al voto ma anche l’elevata percentuale di voti contrari conferma un netto rifiuto della cittadinanza concessa con leggerezza. È un segnale che non può essere ignorati”. E a suo giudizio sulla cittadinanza servono nuovi paletti, più restrittivi.