Kirill shock. Per il patriarca della Chiesa Ortodossa i matrimoni gay sono come le leggi naziste

Matrimonio gay come le leggi naziste. A dirlo Kirill, il patriarca della Chiesa Ortodossa Russa, intervistato da Russia Today.

Matrimonio gay come le leggi naziste. A dirlo non è stato qualche esalato, ma Kirill, il patriarca della Chiesa Ortodossa Russa. Una dichiarazione che lascia basiti, specie se si considera che in questo stesso giorno Papa Bergoglio ha aperto all’assoluzione di chi abortisce.

E invece, intervistato da Russia Today, Kirill ha dichiarato che il matrimonio gay “in qualche modo possiamo paragonarlo all’apartheid in Sudafrica o alle leggi naziste: erano frutto di un’ideologia e non parte della natura morale. La Chiesa non potrà mai approvarlo”. “Quello che sta accadendo dei paesi occidentali – ha continuato Kirill – è che, per la prima volta nella storia umana, la legislazione va contro la natura morale degli esseri umani”.

“Noi diciamo – ha sottolineato il patriarca nella sua lunga intervista con Russia Today – che la Chiesa non può mai ridefinire il bene e il male, il peccato e la giustizia, ma noi non condanniamo le persone che hanno diverse preferenze sessuali. Questa scelta grava sulla loro coscienza e sono affari loro: ma ciò non deve essere discriminato o punito, come era pratica comune in alcuni stati. Tuttavia, in nessun caso questo dovrebbe essere accettato come norma sociale non diversa dalla norma sociale che deriva dalla nostra natura morale, cioè il matrimonio tra un uomo e una moglie per creare una famiglia e avere dei figli. Ecco perché crediamo che questa nuova tendenza costituisca una grave minaccia per l’esistenza della razza umana“.

Secondo Kirill la Chiesa deve affrontare questo problema e “dire che è una brutta cosa”, anche se “le autorità di alcuni paesi hanno cercato di mettere a tacere gli ecclesiastici”. Qualche tempo fa “un pastore protestante è andato in galera per aver chiamato nel suo sermone un matrimonio omosessuale un peccato” ha ricordato il patriarca di Russia. Questo episodio “ricorda molto quello che accadeva sotto il totalitarismo sovietico”. Nei paesi che dichiarano il loro impegno per “la libertà di parola”, è possibile essere puniti per “aver espresso la propria opinione” ha detto Kirill commentando l’episodio. E ha auspicato che questa “tendenza pericolosa” si esaurisca e che “l’ordine naturale” delle cose prevalga: “Io non voglio nemmeno pensare a cosa ci potrebbe accadere altrimenti”.