L’80% degli italiani ha rinunciato alle cure del Servizio Sanitario Nazionale più di una volta a causa dei lunghi tempi di attesa: un dato in netto peggioramento rispetto al 65% del 2024. Tra chi rinuncia, l’84% si rivolge a un privato e il 13% smette di curarsi. Al contrario i tempi di attesa per un appuntamento dal proprio medico di famiglia sono bassissimi: il 73% dei cittadini viene ricevuto entro una settimana, l’87% entro due settimane, solo il 4% oltre le due settimane. Sono i dati di un sondaggio condotto da Ipsos per la Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (Fmmg) per la giornata mondiale del medico di famiglia del 19 maggio.
“Di fronte a una Sanità al collasso, la medicina generale resta l’ultimo servizio ancora adeguato a fornire ai cittadini un servizio gratuito e accessibile senza attese per le piccole urgenze ed entro pochi giorni per le visite su appuntamento – – commenta Fimmg – Le proposte di riforma da parte di alcune Regioni avrebbero lo scopo di trasformare l’efficienza del modello attuale della medicina generale in quello della dirigenza, con la diretta conseguenza di creare le liste di attesa laddove oggi non esistono, come già sta accadendo nei pochi Paesi in cui il medico di famiglia è un dipendente”. Un altro dato significativo per l’Ipsos “è relativo ai cittadini che hanno rinunciato a curarsi con il Ssn perché la prestazione di cui avevano bisogno non veniva erogata nella zona in cui vivevano: è accaduto più di una volta al 53% degli italiani contro il 44% rilevato nel 2024. In questo caso il 76% del campione si è rivolto al privato e ben il 20% ha rinunciato del tutto alle cure tra la popolazione generale”.