La banda delle ambulanze. Frodi e appalti truccati

Da un'inchiesta della Guardia di Finanza è emerso che in Italia gran parte del trasporto ambulanze è in mano ad un’associazione a delinquere.

In Italia gran parte del trasporto ambulanze è in mano ad un’associazione a delinquere. È questo quello che emerge dall’inchiesta della Guardia di Finanza di Pavia che dopo una lunga indagine ha scoperto che in ben 13 enti pubblici sono state affidate irregolarmente gare d’appalto per il trasporto in autoambulanza ai fratelli Antonio, Francesco e Concetta Calderone amministratori di fatto della First Aid One. Per i tre finiti agli arresti domiciliari qualche settimana fa, le accuse sono associazione per delinquere finalizzata alla turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture e intermediazione illecita di manodopera (caporalato).

Da un’inchiesta della Guardia di Finanza è emerso che in Italia gran parte del trasporto ambulanze è in mano ad un’associazione a delinquere

L’indagine partita il 18 ottobre 2021 ha scoperchiato un vero e proprio sistema che grazie a false dichiarazioni e con pochi mezzi (le ambulanze erano spesso le stesse ma venivano presentate in piu appalti) ha permesso che si aggiudicassero dal nord al sud del Paese le gare per il trasporto dei malati.

Ma i Re delle ambulanze secondo l’ordinanza di custodia cautelare sono a capo non solo della First Aid One ma anche del gruppo consortile GA Scarl, di cui fanno parte altre società “caratterizzate – si legge nell’ordinanza – da una commistione di soggetti gravati da precedenti penali in alcuni casi con il metodo mafioso nelle varie compagini sociali e aziendali e riconducibili alla famiglia Calderone”.

Infatti dalle carte emerge che i tre fratelli gestiscono oltre che la First Aid One anche la società di ambulanze Heart Life Croce amica (che ha la maggior parte delle postazioni dell’Ares 118) che fa parte della consortile GA Scarl di cui avrebbero il “diretto controllo”. Nell’ordinanza si legge chiaramente che la First Aid One, secondo i dipendenti ascoltati dalla Guardia di Finanza, “non disponeva di una propria base operativa per il ricovero dei mezzi o la sanificazione ma si avvaleva della Heart Life (societa riconducibile ai Calderone) con sede in Roma”.

Inoltre la gestione dei Gps installati sulle ambulanze secondo un responsabile che si occupa degli apparati di tutte le società dei Calderone (si parla di 600 Gps) è di fatto gestita dalla Heart Life Croce Amica e gli amministratori del Gps centrale sono Concetta Calderone e Pepe Salvatore (quest’ultimo denunciato in passato per associazione mafiosa).

Ma nonostante i riscontri investigativi i Calderone nel sistema sanitario nazionale hanno ancora molto credito e continuano ad incassare milioni di euro di soldi pubblici dai tantissimi appalti delle ambulanze ancora in mano alle società riconducibili alla loro famiglia. I più importanti sono nel Lazio, dove la società Heart Life Croce Amica ha un appalto con Ares 118 dal 2015 e che in 4 anni di proroghe le ha fatto incassare oltre 214 milioni di euro.

Ma non solo con una delibera che porta la data del 13 ottobre scorso, l’Ares 118 ha concesso alla Heart Life in base alla rivalutazione dei prezzi Istat quasi un milione di euro di aumento che va ad aggiungersi ad altri 3 milioni delle delibere precedenti. Sempre sotto la loro gestione c’è il servizio delle ambulanze nella Asl Roma2, nella Asl Roma 5, nell’Asl Roma 6 e dell’Ospedale Sant’Andrea. Mentre in Campania con First Aid One e Italy Emergenza hanno il servizio della Asl Napoli 1.

In Lombardia con la First Aid One nonostante lo scandalo si sono aggiudicati il trasporto al Policlinico di Milano, quello dell’Asst Melegnano e Rozzano e alcune postazioni Areu. Ma spostandoci di regione le cose non cambiano ed hanno appalti anche in Abruzzo nell’Asl di Pescara e nelle Marche nella Asl di Ancona, tutti appalti che fanno parte di una lista lunghissima con cui i Calderone ha costruito il loro “regno”.