La Calabria abroga la legge vergogna sui vitalizi. Una norma approvata il 26 maggio li aveva reintrodotti estendendo il beneficio addirittura ai consiglieri regionali decaduti

Il Consiglio regionale della Calabria ha abrogato la legge, che era stata approvata lo scorso 26 maggio e che modificava le norme del 2019, sulla “rideterminazione della misura degli assegni vitalizi diretti, indiretti e di reversibilità”. L’annullamento della legge è arrivato quindi con il sì dell’Assemblea alla proposta di iniziativa del presidente del Consiglio regionale, Domenico Tallini (nella foto), portata in aula in una seduta straordinaria convocata a seguito delle polemiche sorte dopo l’approvazione. “L’errore – ha spiegato Tallini – è stato quello di lasciare intendere” che il “beneficio poteva estendersi con la contribuzione volontaria anche ai consiglieri dichiarati decaduti”.

“Quando abbiamo approvato la legge, non abbiamo votato la reintroduzione dei vitalizi”, ha specificato poi il presidente dell’Assemblea prima di porre ai voti la proposta di abrogazione. Nel corso del dibattito che ha preceduto il voto, il consigliere Filippo Mancuso (Lega), illustrando il provvedimento, ha spiegato che abrogare la legge consente di “riprendere il fondamentale rapporto di fiducia che ci deve essere tra chi siede in aula e la società calabrese”.

Domenico Bevacqua, capogruppo del Pd, da parte sua ha affermato: “Non potevamo fare peggiore scelta di dare la possibilità ai tanti professionisti del facile populismo di strumentalizzare ed enfatizzare una vicenda pronta per essere cavalcata. Un Consiglio regionale non può permettersi una simile rappresentazione e percezione all’esterno. Da oggi noi non parteciperemo a errori di questa portata”. Per il capogruppo della Lega, Tilde Minasi, non si può “nascondere come la vicenda abbia generato un messaggio in netta antitesi con la discontinuità che intendiamo perseguire”, mentre Francesco Pitaro (capogruppo del Misto), parlando di “inganno”, ha sottolineato che “il Consiglio regionale ha scritto una pagina avvilente, oscena che dobbiamo immediatamente cancellare”.

Giuseppe Aieta, capogruppo di Democratici Progressisti, ha evidenziato che il “danno di immagine è incalcolabile anche perché l’inizio di questa legislatura è stato di buon senso”. Il capogruppo di “Io resto in Calabria”, Pippo Callipo, da parte sua, ha affermato: “Oggi abbiamo dato prova di una grande forza, abbiamo abrogato una legge che era stata approvata pochi giorni fa. Non ci rende deboli ma forti e ci fa onore. Adesso dobbiamo lavorare – ha detto – per riacquistare fiducia dai calabresi, immagine e credibilità. Per farlo, dobbiamo impegnarci a tagliare privilegi e spese inutili”.

“Quello che è successo merita una riflessione”, ha detto Sinibaldo Esposito (capogruppo Casa delle Libertà), che ha parlato del “fare politica in un contesto che giustamente non consente errori, specialmente se – ha spiegato – l’errore e’ visto come una difesa della casta”. Secondo il consigliere del Pd Nicola Irto “sulla Calabria c’è un’aspettativa maggiore rispetto alle altre regioni. Dobbiamo aprire – ha aggiunto – una stagione vera per mettere mano alle leggi che disciplinano, per esempio, gli stipendi dei burocrati, non in un quadro populistico ma di riforme e senza demagogia”. Per il presidente del Consiglio regionale, Domenico Tallini, “dobbiamo invocare la normalità. Non voglio – ha affermato – trattamenti speciali e nemmeno discriminazioni. Non siamo un Consiglio regionale del terzo mondo”.